Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1162

facciamo di Puccinotti, che io stimo ed amo assai. Lo saluti cara- mente da mia parte, la prego. Che notizie si hanno del Dott. Podaliri? Ma soprattutto che fa Ella? Continua Ella a trovarsi in buona salute? questa cattiva stagione non le ha punto pre- giudicato? Mi favorisca, la prego, delle sue nuove, che sono per me interessantissime. Mi conservi la sua benevolenza, e si accerti di esser corrisposto da me con tutta la forza del mio cuore. Mi offro ai suoi comandi, e con grandissimo desiderio di rivederla, mi ripeto ben sinceramente

Suo Dmo obblmo sre ed amico
Giacomo Leopardi.

Bologna 30 Dicembre 1825

809. Di Carlo Leopardi.
[Recanati] 31 Xbre 1825.

Baccio mio caro. Ecco un anno in cui non ci vedremo più; ma quello che è di una verità più dispiacevole, è che ora in punto il tempo da che non ci vediamo compie la misura del più lungo che io abbia mai pas- sato lontano da te. Questo è il maximum delle tue assenze da Reca- nati, tutto quello che sta per scorrere sarà di più, puoi credere da quanto in qua sia di troppo. Io certo non posso far un passo per rivederti; e che cosa io mai posso fare? io sono animale affatto passivo, corpo inerte: credimi che la tartaruga ha più progetti e più mobilità di me; niente mi si può applicar meglio di quel che dicea Gentiioni: non cado a faccia avanti perchè non son debole. E vero che mi sembra di essere uno di quegli uomini assorti in un sogno penoso; si trovano inchiodati in una positura da cui non possono liberarsi che collo svegliarsi, a cui sono vicinissimi: un piccolo movimento basta a loro, e a me pure baste- rebbe, ma niente mi soccorre, ed io posso perire come un asfissiaco per mancanza di una mano che raccolga in lui la vita che ancora con- serva. Volgarmente; è vero quanto la mia parola, che io vado ogni giorno perdendo attività, allegria, passioni di ogni genere; e quel pochis- simo ch’io valeva si diminuisce continuamente. Ciò è l’effetto natu- rale del trovarsi senza occupazione senza speranze, senza godimenti di sorte alcuna: la mia vita, Buccio mio, è divenuta tutta simile alla