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P.S. Ella avrà a quest’ora nelle mani la mia del 14 colla quale le mandava alcuni passi del Cicerone che l’ab. Bentivoglio vorrebbe si confrontassero colla Raccolta di varianti del Lagomarsini a Roma.2 Aggiungo io qui un bacio di cuore. Per servire alle premure d’un mio amico La prego di dar risposta alle ricerche che son fatte nell’inclusa carta, scrivendo la risposta nella carta stessa.5 Rispetto alle Dissertazioni mi dirà qual sono le due migliori che le commetterò poi subito a qualche libraio, se non si potes- sero avere per via particolare.

805. A Monaldo Leopardi.
Bologna 25 Dicembre 1825.

Carissimo Sig. Padre. Ella può figurarsi con quanto dolore leggo la carissima sua dell’altro ieri che ricevo in questo momento. La bontà del povero Zio e l’amore che mi portava mi fanno dolere della sua perdita fino all’anima, tanto più che io mi lusingava che la sua malattia essendo di natura da andare in lungo, se anche non si fosse potuta guarire, mi avrebbe almeno lasciato tempo di riabbracciarlo. Sia fatta la volontà di Dio. Spero che il buon Zio starà presente- mente a goderlo, e pregherà per me e per la sua famiglia che l’ha amato veramente. Ella si accerti che il mio rammarico per questa disgrazia, si raddoppia a pensare al dolore che Ella mi dice e io so ben che Ella ne sente. Se la presenza mia fosse buona a consolarla, e se io potessi ora mettermi in viaggio, l’assicuro che non tarderei un momento a volar da Lei per abbracciarla, e se non altro dividere la sua afflizione con Lei. Ma le confesso che con questa stagione il viaggiare mi sarebbe insopportabile, ed Ella sa bene come la mia complessione è sensibile e nemica al freddo. A primo tempo, se Dio mi dà vita e salute, spero che avrò questa gran consolazione di rivederla. Ma Ella non mi scriva più di se stessa quelle espressioni che io trovo nella sua lettera.