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799. A PlF.RFRANCF.SCO LEOPARDI.
Bologna 19 Decembre 1825.

Caro Pietmccio. Questa lettera che io vi scrivo sia di vostra proprietà assoluta, e Paolina non ci abbia nessun diritto; anzi io ne faccio un fidecommisso, e intendo che non si possa alie- nare, barattare, vendere, regalare, sotto pena di caducità ec. ec.1 Mi rallegro della vostra abbazia, e quando sarete un abate ricco, ogni volta che avrò bisogno di piastre, ricorrerò a voi. Mi consolo anche del vostro bello stile, e vi assicuro che se andrete avanti cosi, diventerete col tempo un bravo scrittore. Io non mi posso ricordar di voi quando vado a cena, perchè non ceno, ma in vece me ne ricordo quando vado a pranzo, e quando faccio colezione, che una volta la facevo nella camera del vostro studio. A proposito, come va la grammatica? Saluta- temi tanto il Sig. Curato, e dategli le buone feste da mia parte. Altrettanto a Babbo e a Mamma, ai quali bacerete la mano per me tante volte, finattanto che non vi diranno, basta. Saluta- temi anche i fratelli, e date le buone feste a D. Vincenzo, e ditegli che non mangi troppi cappelletti, che gli faranno male. Io seguito a star meglio, grazie a Dio. Vi saluto e vi lascio colle lagrime agli occhi perchè penso che quest’anno non proverò le cialde che qui non si conoscono affatto, come non si conoscono tante altre belle cose dei nostri paesi. Mangiate voi la vostra parte e la mia, e vi serva per ricordarvi di me anche a colezione e a pranzo. Addio, vogliatemi bene e onoratemi de’ Vostri comandi. Addio addio.