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riguardarlo come generosità, ma come effetto d’amicizia congiunto anche ad un poco d’interesse, giacche io credo che quel tempo Ella lo impiegherà utilmente per me. Io dunque la prendo in parola e scrivo all’amico S.r Moratti che per i mesi avvenire, cominciando dal pross., in cambio di dieci, le abbia da contare venti scudi al mese, e l’abbrac- cio teneramente Il suo vecch. cord.le am.co A.

794. Di Pierfrancesco e Paolina Leopardi.
[Recanati] 13 Decembre 1825

Mio Carissimo Mucciaccio Non potete credere quanto mi dispiacesse, quando seppi da una delle vostre, che non riceveste la lettera nella quale vi avevo scritto. Mi feci abate nel giorno dei SS. Simone e Giuda. Ritornando a casa Babbo mi regalò una saporitissima piastra. Paolina ogni terzo dì mi dice, ho sognato Giacomo, ed anche io spesso vi rivedo, e particolar- mente l’altra notte mi sembrò di rivedervi e nel volervi riabbracciare stesi le braccia, ma cosa abbracciai? un’ombra, e mi avrebbe piaciuto più assai di aver riabbracciato voi. Ogni sera quando è portato in tavola penso a voi, imperciocché quando ci eravate vi avvisavo che era all’or- dine la cena. Questa è composizione mia, già non occorre che ve lo dica, perchè lo conoscerete dallo stile senza sale col quale vi scrivo. Io sto bene, sappiatemi dire come state del vostro incommodo, il Zio Ettore stà meglio, tutti stanno bene, Babbo e Mamma vi mandano la benedizione. V’abbraccio e vi do un bacio. Addio. Addio. Vro Affmo Fratello Pier Francesco Leopardi. Muccio mio caro. Dopo molte preghiere finalmente mi permette Pietruccio di scrivervi in questo foglio, ma lo fa assai di mala voglia, perchè teme, che non gl’indrizziate la risposta, di cui andrà superbo oltre ogni credere, ed il permesso che accorda a me, dice di non volere accordarlo a Carlo ad ogni patto. - Figurati la gioja che proviamo tutti nel sentirti guarito: essa è eguale alla pena già provata. Mamma ti saluta, immaginati quanto, e ti ringrazia senza fine delle nuove che