Paolina mia. Ti ringrazio tanto delle cure che ti sei prese per
farmi piacere. Quello che dico a Carlo, dico anche a te, che tu
mi torni a scrivere quello che conteneva la lettera perduta. Gior-
dani che è tornato a Firenze, saluta te e Carlo carissimamente.
Dì a Mamma che io vorrei scrivere al Zio Ettore, solamente
per salutarlo; ma che se gli mandassi la lettera direttamente,
dubito che qualcuno gliela riterrebbe, perchè di un’altra che già
gli scrissi non ebbi mai risposta. Domanda dunque a Mamma
se crede bene che io accluda la lettera a voi altri. Salutami tanto
Luigi e Pietruccio; anche D. Vincenzo, ti prego, non te ne scor-
dare. Già sai quanto ti amo. Dammi le tue nuove. Avrete già
fatto la festa della Madonna,5 e io non mi ci sono trovato. Ti
assicuro che ci pensai e mi dispiacque. Pazienza. Addio, addio.
Bologna 27 Novembre 1825. |
Signore ed Amico gentilissimo
Riscontro la pregiatissima sua dei 21 spirante. - Farò al
Costa l’ambasciata del Papà subito che io lo vegga. - Ella mi
parla con sorpresa del mio silenzio sopra il Petrarca, e la sua sor-
presa sorprende un poco anche me. Il Papà mi disse espressa-
mente che per il Petrarca non aveva fretta, e che intanto mi
occupassi pure di altri lavori, alcuni dei quali mi suggerì egli
stesso. Dopo partito io da Milano, nessun cenno ho mai avuto
che mi dimostrasse la menoma fretta sopra ciò, anzi il chiedermi
subito il Manifesto della Collezione dei Moralisti da me pro-
gettata, mi fece credere che si volesse che io mi occupassi prin-
cipalmente di quest’opera per ora. Al presente che intendo il
piacere del Papà, chiedo licenza di terminare la traduzione del
Manuale di Epitteto (strapazzatissimo dal Pagnini) la quale ho
intrapresa con sommo studio p[er] la suddetta Collezione, e ciò
fatto, che sarà ben tosto, lascerò subito andare la Collezione,