Recanati 7. Novembre. 1825. |
Signore ed Amico amatissimo
Se il Suo viver lieto m’è stato sinora, nella di Lei assenza, di qualche
conforto, oggi però mi rattrista oltremodo pel timore in che sono,
che l’asprezza di codesto clima sia per nuocere alla Sua salute. E per
questo che io desidero vivamente il Suo ritorno, onde guardarsi dal
rigore della stagione in una più mite atmosfera. Nè Le incresca questo
sterile suolo, che per tal guisa al risorgere dell’Aprile potrà rinverdire,
e rinfiorare, col vigore del corpo, la Sua bell’anima, che sarebbe altri-
menti, nel languore di esso, con tanto danno invilita. E siaLe puran-
che di qualche stimolo, se mi ama, la miseria mia, che qui mi sto come
pianta selvaggia che è per perire senza il soccorso d’industre cultore.
La Sua compagnia amabilissima può sola sottrarmi alla malinconia che
mi circonda, porgendo alla mente, ed al cuore l’alimento dolcissimo,
di cui sono privo da che più non La vedo. Ma se il desiderio di veder
Firenze L’allontana di più ancora, io dispero di riabbracciarLa così
sollecitamente quanto Ella dice; chè le attrattive del bel Paese ove il
sì suona, e la compagnia dilettevole del Suo amico Giordani La ren-
deranno facilmente dimentica di questo Colle, e più ancora di me, cui
dà solo qualche entità l’amor che Le porto. E poiché Amore a nullo
amato amar perdona, spero siaLe intanto per riescire di piacere che
io Le dica di aver racquistato nel mio fisico la tanto lungamente attesa
prosperità; e se l’animo in sane membra è sano, io pur mi lusingo di
risorgere a miglior vita, specialmente se mi sarà Ella vicino. Io non
ho il bene di conoscere personalmente il celebre Giordani, conosco
però l’alta Sua riputazione, che il fa maestro di color che sanno, e quindi
La prego di raccomandarmi a lui caldamente. Ella mi continui l’amor
Suo, che tanto mi è caro, nella sicurezza di esserne corrisposto coll’af-
fezione più tenera e leale.
Il D.r Puccinotti La saluta, e minaccia di abbandonarci.1
Suo affmo Obbgmo Amico, e Servitore Luca Mazzanti |