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757. A Karl Bunsen.
Bologna 24 Ottobre 1825.

Pregiatissimo sig. Cavaliere. Tardi rispondo alla sua genti- lissima dei 5 Ottobre corrente, indirizzatami a Milano, donde mi trovò partito, e giuntami qui in Bologna coll’ordinario scorso. Ella avrà già ricevuta a quest’ora la mia dello stesso ordinario passato, 21 dell’andante. Non so esprimerle la gratitudine e al tempo stesso la confusione che destano in me le notizie che Ella mi dà delle clementissime disposizioni dell’E.1"0 Sig. Card. Segretario di Stato verso di me. Ella mi ordina da Sua parte di non accettare alcuna proposizione che mi venisse fatta da Toscana o d’altronde, avendo il Governo Pontificio volto lo sguardo verso di me con intenzione d’impiegarmi nello Stato. La considerazione del mio poco anzi niun merito, comparato alla benignità superiore verso la mia persona, mentre accresce la mia profonda riconoscenza, mi riempie anche di rossore. Non le dissimulo che i miei sguardi non fossero ora rivolti verso la Toscana, e che la mia venuta in Bologna, non avesse tra gli altri quest’oggetto. Ma dopo il cenno ricevuto dall’Eminenza Sua per di Lei mezzo, mi guarderò costantemente dal prendere alcuno impegno verso l’estero, non avendo maggior desiderio che di dedicare tutte le mie deboli e scarse facoltà e forze al servizio del mio munificentissimo Principe, dove e come alla Santità Sua, per l’organo del Suo ben degno Ministro, piacerà di destinarmi. La prego fra tanto instantemente di umiliare all’Eminenza Sua le espressioni di questi miei sentimenti, e nel tempo stesso di volere impiegare la sua facondia presso l’E.mo Principe per rap- presentargli vivamente la somma, sincera, umilissima, e ardirò quasi dir tenerissima riconoscenza della quale io mi sento com- preso alle benefiche intenzioni di Nostro Signore e dell’Emi- nenza Sua verso la mia immeritevole persona. Rinnovando poi a Lei i miei affettuosi e vivi ringraziamenti