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di Roma, sì per le ragioni che io le scrissi altra volta, e sì per conto dell’aria; poi perchè le cattedre, e l’aver che fare con una scolaresca sempre impertinente non convengono troppo nè al mio petto fisicamente parlando, nè al mio carattere morale. Del resto mi dico pronto ad accettare in ultimo quel meglio che si potrà ottenere, quando però l’emolumento di Roma corrisponda alle molte maggiori spese che si richieggono per vivere colà che in Bologna. Se Ella ha tempo e opportunità di scrivermi mi favo- risca, la prego, delle sue nuove e di quelle della Zia, e della di Lei famiglia, in particolarità, dei cugini urbinati. Vedendo il Governator Mazzanti, al quale ho scritto di qua, senza rispo- sta, lo saluti se le piace, in mio nome. Giordani, che sarà qui da Piacenza a momenti m’impone di riverirla da sua parte in modo particolare. Ella mi comandi, mi ami e mi creda

Suo affettuosiss. e gratiss. Nepote
Giacomo Leopardi

Mi sono sempre dimenticato dirle che in Milano Compagnoni, col quale ho fatta molt’amicizia, mi dimandò di Lei e me ne parlò con molta stima.

756. A Karl Bunsen.
Bologna 24 Ottobre 1825

Pregiatiss. Sig. Cav. Presi la libertà d’incomodarla con una lunga mia lettera l’or- dinario scorso, col quale appuntò mi giunse da Milano la noti- zia della sua dei 5 Ottobre diretta al mio Zio Antici, che cre- dendomi ancora a Milano mi scrisse colà.' Dalla sopraddetta mia Ella avrà conosciuto lo stato dell’affare relativamente al Segretariato di questa Accademia di B. Arti, il qual posto è an- cora effettivamente e pienamente in mano e a disposizione del- l’Emo di Stato. Forse mi riuscirà di muovere questa medesima Legazione a tornare a scrivere in proposito alla Segreteria di