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io non ti direi tutte queste ciancie se tu non mi avessi detto che le ami, e che ne sei curioso, onde perdonami, per pietà. - Luigi ti vuo- le salutare, onde mi conviene cedergli il foglio. Addio, caro Muccio mio; - ti amo tanto, tanto. Mio caro Giacomo. Non vi ho voluto mai scrivere fino ad ora, per non togliere ai miei Fratelli il luogo per dirvi cose più interessanti di quelle che vi avrei potuto dire io, ma non ho mancato di farvi salutare per parte mia ogni ordinario, e potete essere sicuro che non mi sono dimenticato mai di voi. Pietruccio mi ha pregato tanto di salutarvi. Addio Giacomuccio mio caro; non saprei che altro dirvi, se non che mi vogliate bene quanto ve ne voglio io.

754. Di Pietro Giordani.
[Piacenza] 23 ottobre [1825]

Mio caro Giacomino. Non ti sarà nè mirabile nè spiacevole che ti faccia due righe qui. Ti bacio per la tua del 7.1 Mi consolo delle nuove sufficienti che mi dai di te. Qui non è nè mai potrei avere il Ricoglitore: fa di averlo presso di te quand’io verrò; affinchè possa leggerti, di che sono avidclissimo. Di quella Tragedia mi fu scritto da Firenze gran fiasco; ma niente mi maraviglia l’eccellente impudenza dell’Autore.2 Mi piacerà se potrai star bene in Bologna; avendoti non lontano, e accessibile. Ma prima di seppellirti in Recanati, non dispero di Firenze. Salutami moltissimo Papadopoli, e la Nina. Salutami Mar- chetti, Pepoli, Benedetti, Angelelli, Luigino Conti, Valorani quando li vedrai. Manda i miei saluti carissimi a Carlo e Paolina. Non dubi- tare, ch’io farò tutto il possibile per esser teco liberamente e non bre- vemente nella mia breve dimora di costì. Tu forse non imagini quanto io ti amo e ti desidero e ti ammiro e ti venero. Giacomino mio, voglimi bene, perch’io te ne voglio immensamente indicibilmente. Addio addio.