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prego instantemente a presentare i miei più distinti ossequi al sig. Niebuhr, e ad offerirmi ai di lui comandi, come io con tutto il cuore mi offro ai cenni suoi, nel tempo stesso che ho l’onore di ripetermi

Suo D.mo Obb.mo Servitore
Giacomo Leopardi.
752. Ad Antonio Fortunato Stella.
Bologna 21. Ott. 1825.

Signore ed amico cariss. Fio tardato fin qui a riscontrare la sua degli 8, perchè attendeva risposta a una che scrissi al Sig. Luigi, contenente parecchie cose su cui bramava d’intendere il di Lei sentimento. Non vedo risposta alcuna. La confusione di mente di cui Ella mi domanda con tanta amorevolezza, pro- veniva allora dal viaggio, e adesso dalle scuole che io sono costretto a far qui, le quali mi dimezzano la giornata, e mi distrag- gono fieramente, oltre la noia che mi danno. La ringrazio della lettera che Ella mi favori di spedirmi.1 Attendo ancora i libri spediti al Marcheselli, e i manifesti Ciceroniani cilindrati. Riman- dai il resto dell’articolo Critica2 corretto. Avrei caro di sapere se Ella pensa più a stampare il Martirio de' ss. Padri del m. Sinai ec. La assicuro che qui sarebbe ricevuto con gran piacere, e tro- verebbe molti compratori. Dal Sig. Moratti, al quale consegno la presente, ho ricevuto p[er] di Lei conto, scudi dieci romani, quelli cioè del mese di Ottobre. Il Dante rivendicato qui non è comparso.5 Conosco però l’autore per altre sue operette dello stesso genere. È un uomo d’ingegno sufficiente, ma di nessun gusto, e che per esser sempre vissuto in città piccole, non cono- sce punto il genio di questo secolo, nè lo stato attuale della let- teratura italiana. Ella mi dica. Amerebbe Ella che io mi occu- passi di una Collezione di operette morali di vari autori greci, volgarizzate nel migliore italiano che io sappia fare? Avrei già in pronto il primo tometto,4 se non che bisognerebbe copiarlo.