e voglio pur lusingarmene, come dell’unico bene che qui mi resta a
sperare nella mia solitudine. E invidiabile assai il buon umore di Monti,
che nella età sua decrepita, lottando colla sciagura de’ tempi, conserva
la ilarità, e la vivezza del suo spirito giovanile; io so di avere invec-
chiato anzitempo, e domando talvolta a me stesso se sono ancora ani-
mato. Il D.r Puccinotti Le ritorna dupplicati i suoi saluti; mi dice di
averle scritto, ed è sempre nell’ansietà delle Sue nuove. Del D.r Poda-
liri nulla posso dirLe, essendo già tre mesi che partì di qui alla volta
di Roma, ed ora sento sia in Napoli. Egli non mi scrive, nè so che
altri abbia sue lettere; auguriamogli dunque buona fortuna. Mi dia qual-
che notizia del Padre Poni, che credo lontano da Bologna; è un tempo
che non vedo i suoi caratteri. Mi ami sempre, che io non potrei cessar
mai di essere
Suo Affmo Obbmo Amico, e Servtòre Luca Mazzanti |
749. |
Di Giuseppe Melchiorri. |
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Caro Giacomo
Ti scrivo da Roma dove sono da due giorni, essendo fissa ora la
mia permanenza in Albano, dove sono a villeggiare sino dalla metà
dello scorso Settembre. Godo moltissimo nel sentire la probabilità che
hai di stabilirti in Bologna. Confesso invero che avrei molto più desi-
derato che il tuo soggiorno fosse Roma, per il piacere sommo che avrei
avuto di averti a canto, ma non dimeno non posso non rallegrarmi teco
se ti riesce una volta di fuggire da Recanati per fissarti poi in Bolo-
gna, dove trovasi sicuramente molto più giro letterario che in Roma.
Sento con infinito gusto la novella che mi dai delle due edizioni delle
Opere di Cicerone. Di questo classico più edizioni vi sono, e più ne’
godo amandolo moltissimo, e godendo che sempre più sia studiato.
Avverti però che per il solito la sorte delle nuove edizioni, è quella
di empire un vuoto nelle scansie, e poco sono lette. Credo che non
dimenticherete le Orazioni edite da Garatoni,1 se l’edizione è vario-
rum. Non ho ancora veduti li due programmi che mi hai annunziati,
onde ti prego se l’hai di spedirmeli per la posta sotto fascia. Quando
sortirà quel tuo testo di lingua felicemente creato2 ti prego, a spedir-
mene una copia, mentre voglio ridere di cuore alle spalle dei fanatici.