Nepote Cariss.
Mia moglie mi spinse a Pesaro l’accluso importante biglietto di Bun-
sen,1 che mi affretto d’inoltrarvi e che dovrete ponderare maturami
in tutte le parti onde impostare per lui la risposta ostensibile, ed altra
confidenziale. Io non mi permetto sull’argomento che due riflessi rapi-
dam.e accennati, perche \sic\ «sapienti pauca», e perche [sic] non sono
padrone del mio tempo.
Se la desiderata Segreti'8 in Bologna non si è potuta ottenere,
sembrami che assai più desiderabile sia l’impiego con cui vuoisi in oggi
supplirvi. Ancorché [sic] non riesca il Vice-Rettorato lo stare voi in
Roma con pubblico ufficio (adattato però ai vostri studi) può condurvi
in seguito a cariche eminenti - Sono io dunque di deciso parere, che,
mostrandovi disposto a ricusare ogni altra chiamata estera, per dedi-
carvi tutto al servigio del munificentiss. Leone XII, non tralasciate
di dire, che le circostanze economiche di vostra famiglia, rese angu-
stiosissime dalla rivoluzione politica, ed in oggi dalla rivoluzione agraria,
le toglie ogni mezzo di far per voi alcun sagrificio pel mantenimento etc.
Sappiatevi servire dei vostri talenti per trarre profitto dalle circo-
stanze, e per isgravare la vostra dissestata famiglia da ulteriore spro-
prio per voi. I tempi sono desolantissimi per tutti i possidenti, e sono
disperantissimi per chi ha debiti sul Patrimonio.
Scrivo in mezzo alle vivacità dei quattro miei cari figli, e perciò
non mi è possibile di connettere.
Addio addio. Parto da qui ad un’ora, e da Pesaro partirò poido-
mani per esser la sera dei 15 a Recanati.
V.° Affi Zio
Carlo Antici
746. |
A Francesco Puccinotti. |
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Caro mio Puccinotti. Vi promisi di scrivervi, e finora non
ho mantenuta la mia promessa. Non crediate che ciò sia stato