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tano i primi freddi, che qui sono assai vivi. Mi ami, mi bene- dica, e mi creda pieno di amore e di gratitudine, e persuaso che 10 non potrò mai trovare in nessun luogo affezione e bontà uguale alla sua

Suo affmo figlio
Giacomo

Cariuccio mio. Mi vengono le lagrime agli occhi scrivendo 11 tuo nome. Chi ti potrebbe dire quanto io t’amo, e quanto mai smanio di ribaciarti! Io parlo di te più frequentemente che posso, e in particolare con questo Papadopoli, ch’è un giovane quasi dell’età tua e di principii virtuosi, generosi, ed eroici come i tuoi. E uomo capace di esser vero amico, ma nessun’amicizia sarà mai e poi mai uguale alla nostra, ch’è fondata in tante rimem- branze, che è antica quanto la nostra nascita, che se uno di noi domandasse all’altro tutto il suo sangue, questo sarebbe pron- tissimo a darlo, e quello già certissimo di ottenerlo. Ma in somma tu non mi dici niente di te. Che fai, Cariuccio mio caro? per- chè non mi scrivi ogni tua cosa, o allegra o trista che sia? credi tu forse che non mi prema? anzi sappi che io desidero infinita- mente di saperla, non solo mica per affetto, ma proprio anche per curiosità, perchè veramente le notizie vostre m’interessano e mi solleticano più assai di quelle d’ogni altra cosa del mondo; ed è per me un giubilo e un palpito quando apro lettere di casa. - Io qui sono trattato da’ miei ospiti molto bene e amorosa- mente, ed anche con gran riguardo, perchè mi stimano una gran cosa. Mi alzo alle 7. Scendo subito al caffè a far colezione. Poi studio. Alle 12 vado da Papadopoli, alle 2 dal Greco. Torno a casa alle 3. Vado a pranzo alle 5, per lo più in casa, e se ho inviti mi seccano. La sera la passo come Dio vuole. Alle 11 vado a letto. Eccoti la mia vita. Quelle lezioni che mi sventrano la giornata, mi annoiano orribilmente. Fuor di questo non avrei di che lagnarmi. Questi letterati che da principio, come mi è stato detto e ridetto, mi guardavano con invidia e con sospetto grande, perchè credevano di dovermi trovar superbo e dispo- sto a soverchiarli, sono poi stati contentissimi della mia affabi-