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esemplare del Dalle Celle di Genova,2 del quale rimetterò il prezzo a chi Ella m’indicherà. L’esemplare non è per me. Simil- mente un esemplare del Frescobaldi Viaggio in Egitto.3 Desidero sapere se il Papà ha concertato nulla circa il modo di spedirgli i miei manoscritti, perchè potrei mandare alcune coserelle pel N. Raccoglitore. Faccia grazia di dire al Papà che Giordani, al quale ho narrato i favori e le gentilezze che ho ricevute da lui, m’impone di salutarlo distintamente. Ella si compiaccia di pre- sentare ancora i miei affettuosi saluti al Papà, alla Mamma e a tutta la sua famiglia; come anche a Compagnoni, al quale potrà dire che ho parlato a Costa per la copia che egli desidera del Gran Dizionario. Costa mi ha detto che il darla non dipende da lui, ma che Compagnoni scriva ai fratelli Masi, stampatori editori, e scrivendo, lo faccia sapere a lui, che egli appoggerà la domanda. I miei ossequi ancora al Co. Dandolo. Ella mi ami e mi comandi come a suo
servitore ed amico vero. Giacomo Leopardi |
L’opera che Costa vorrebbe tradurre sarebbe De offìciis. E vero che abbiamo la traduzione del Facciolati, ma infine essa è molto imperfetta, e da altra parte il nome di Costa che è cono- sciuto molto favorevolmente anche in Lombardia, credo che gio- verebbe non poco all’impresa. Il med. Costa s’impegnerebbe ancora di far tradurre le opere rettoriche che bisogneranno dal Prof. Farini di Ravenna, uomo assai colto, e autore di un libro di prose assai stimato in Romagna.
744. | A Monaldo, Carlo e Paolina Leopardi. |
Bologna 10 Ottobre 1825. |
Cariss. Sig. Padre Effettivamente le lettere che Ella dice di avermi scritte dopo ricevuta la mia dei 7 Settembre, non mi sono mai giunte. Uno