vedrai, o ne sentirai parlare, ti prego, conserva scrupolosamente
il segreto della sua non-autenticità, perchè scoprendolo a chic-
chessia, faresti gran danno a me, e al libraio. Intanto ti dico
che Cesari lo ha letto nel mio manoscritto, e che ha detto che
è una cosa mirabile, e di qualche ottimo autore del trecento.
Disponi pure delle copie eusebiane finché ti occorrono, chè per
ora io non ne ho bisogno. Le tue lettere delPErizzo non le ho
ancora viste, ma proccurerò qui di averle. Se ti posso servire
in qualche cosa in Bologna tra le mie occupazioni, che non son
poche, comandami. Salutami De Matthaeis, De Romanis, Car-
dinali, Visconti, e in particolare la Sig. Orfei, poiché veggo che
tu sei de’ suoi. Voglimi bene e credimi
tuo amoroso cugino
G. Leopardi
739. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Signore ed Amico carissimo.
Ho lasciato passare due ordinarii dopo il mio arrivo senza
scriverle, parte perchè mi trovava imbarazzatissimo da ogni lato,
parte perchè le locande di Bologna non hanno calamai, se non
pieni d’acqua limpida. Fio consegnato la sua al S.r Moratti, che
sta bene. Brighenti sarà contentissimo di servirla nel Cicerone,
e dovunque Ella voglia occuparlo. Io sto attendendo i manife-
sti,1 e procurando di dar qualche ordine alle mie cose, e più
alla mia mente, che è piena di confusione, ottenuta la qual cosa,
mi darò a lavorare per genio e per debito con ogni mio potere.
Non la ringrazio dell’amorevolezza, della cordialità, delle cure,
dei favori innumerabili che Ella mi ha usati fin qui, perchè non
avrei parole abbastanza, e amo meglio di farlo colle opere. Ben
l’assicuro che io conserverò perpetua e dolcissima e grata memo-
ria del soggiorno che ho fatto in sua casa. La prego dei miei
teneri saluti, e ringraziamenti ancora, a tutti i suoi; particolar-