Salutate affettuosamente per me le vostre Signore e il Baro-
ne, e datemi le loro nuove e le vostre e quelle del Contino
Mamiani e del vostro Lucano. Se qui vi posso servire in che
che sia, non mancate di adoperarmi. Vogliatemi bene, e scrivete-
mi così alla buona, come vedete che io fo, perchè non avrei tempo
di studiar le parole quanto bisognerebbe fare scrivendo a voi,
se non volessimo usare insieme dimesticamente. Questa vi sarà
ricapitata dal Cav. Costa, amico nostro comune. Addio, addio
il vostro Leopardi
735. |
Ad Antonio Papadopoli. |
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Milano 24 Settembre [1825] |
Signor Conte padrone e Amico mio pregiatissimo
Finalmente ho potuto spacciarmi di tutto quello che si aveva
a fare per lo Stella in Milano, e partirò per Bologna posdomani
o il giorno appresso al più tardi.1 Ella creda a me che fino a
ora mi è stato tanto impossibile di partire, quanto impossibile
il non desiderare ardentemente di rivederla. I miei rispetti e
saluti, se le piace, alla Contessa, al Conte e al Costa. Sono come
sempre, e come più lungamente le dirò a voce
Tutto suo
G. Leopardi
Piacenza 24. Settembre [1825] |
Mio carissimo, indicibilmente e infinitamente caro. Certo non dubi-
terai mai mai che io non ti adori sempre, benché io poco ti scriva.
Voglio che tu possa esercitar meco la tua generosità; e però voglio piut-
tosto essere perdonato che scusato del mio tardo rispondere alla tua
17. Agosto: della quale, e dell’ultima 13. Settembre1 non so come rin-