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filosofiche, e ti riderai delle ciarle e degli uomini, per i quali credi a me che non torna conto di perdere un quarto d’ora di sonno. Sappi ancora che io t’amo come prima, che non era poco, e forse anche più di prima, che non è la cosa più facile. Gior- dani a Bologna mi avrà dimandato di te e di Carlo almeno venti volte, e se vi avevo scritto, e se vi avevo salutato a suo nome, e se vi avevo detto tante cose per parte sua. Poi a Parma, dove l’aspettai alla locanda fino a mezza notte, mi tornò a doman- dare le stesse cose, e se voi altri mi avevate risposto. Il giorno dopo ricevuta la lettera ultima del Papà, ebbi l’altra dei 19. Ma sappiate che qui le stampe si pagano poco meno delle lettere, e poi sono soggette a mille malanni di censura ec., sicché non vi servite più di questo spediente. Bensì scrivetemi in carta piut- tosto fina, perchè se il foglio è un po’ grosso, qui si raddoppia subito il prezzo della lettera, e in vece di 18 soldi austriaci, si pagano 36, com’è succeduto a me qualche volta. Salutami Luigi e Pietruccio. Dì a Mamma che mi voglia bene. Salutami anche nominatamente il Curato2 e D. Vincenzo. Addio, addio. Vo- glimi bene. Sono invitato a Varese dal Conte Dandolo, figlio del Senatore,3 signorino che non mi piace niente. Varese è il Versailles di Milano, distante di qua 30 miglia. Forse sarò co- stretto ad andarvi per qualche giorno: in tal caso potrebb’es- sere ch’io ritardassi qualche poco la replica a quella che voi altri mi risponderete. Ve ne avviso perchè non ne stiate in pena. Cariuccio mio. Fio ricevuta la tua spiritosa, ingegnosa e filo- sofica lettera dei 19. (Obiter, io sfido tutti i letterati e belli spi- riti di Milano a scrivere la metà di una lettera simile). Tu ti sei subito avveduto di quella faticosissima attività che è neces- saria, non solo per figurare, ma per essere da quanto son gli altri, anche in una semplicissima conversazione di gran mondo. Cre- dimi che quest’attività non è dei soli settentrionali, ma dei fran- cesi molto più, e dei meridionali, e in somma di tutti, fuorché dei marchegiani, che in massa sono i soli che diano alla vita il suo vero valore, e senza esagerazione sono i più filosofi e per conseguenza i più birbanti del mondo. Ma tu non hai ben com-