Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1063

729. Ad Antonio Papadopoli.
Milano 31 Agosto 1825

Sig. Conte mio pregiatissimo Le scrivo brevemente per ringraziarla della sua gentilissima dei 23, piena di bontà e di affetto. Se Ella, come per sua genti- lezza mi dice, è impaziente di rivedermi, io le giuro che il mio desiderio di riveder Lei, è maggiore ancora, anzi è sommo, per- chè, oltre che Ella è una persona dalla quale, conosciuta una volta, non si vorrebb’essere mai lontano, io non ho qui cosa alcuna che mi possa confortare in questa lontananza, trovan- domi senza amici, e spendendo il giorno in cure fastidiosissime. Per sua cagione dunque e per mia, partirò di qua il primo giorno, anzi la prima ora che mi sarà possibile, il che, eccettuato qual- che caso che non si possa prevedere, dovrà essere indubitata- mente, come io le scrissi, dentro il mese di domani. Alla Con- tessa, al Conte ed al Costa Ella si compiaccia di ricordarmi. Mi voglia bene, anche contro il mio merito, poiché non in altro modo Ella ha cominciato ad amarmi, e mi creda sempre tutto suo G. Leopardi

730. A Monaldo, Paolina e Carlo Leopardi.
Milano 7 Sett. 1825

Carissimo Sig. Padre Finalmente coll’ordinario passato, per la prima volta da che sono in Milano, ho ricevuto nuove di casa mia per mezzo della cara sua dei 30 Agosto. Ella s’immagini che consolazione fosse questa per me, che passai quella sera quasi in festa. Mi pareva di trovarmi in mezzo alla mia famiglia, l’amore verso la quale è anche accresciuto in me dalla lontananza. Nell’ultima mia non