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Di Antonio Papadopoli. |
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[Bologna 23 di Agosto 1825] |
Pregiatissimo mio Signore ed amico
Sono veramente consolato ch’ella sia venuto a capo di svillupparsi
dallo Stella, e la ringrazio di vivo cuore ch’ella abbia fatto ogni suo
potere a contentare questo mio desiderio - Ieri venne da me quel
Signore,1 e mi acchiese del quando si potrà incominciare, io dissi che
penso di potermi obbligare pei dieci del mese venturo. Per la qual cosa
io prego a Lei perchè a quel tempo ella sia a Bologna; che se a caso
alcuna cosa s’inframmettesse a impedire la sua venuta, ella abbia ciò
per non rilevante, essendo quel Signore gentilissimo, e troppo allegro
di esserle discepolo.
Non le posso dire quanto io mi senta lieto di questa fortuna, che
mi è toccata, di conoscere lei, e parlo solo del conoscerla perchè il cono-
scerla e l’amarla fu e deve essere il medesimo. A Lei mi raccomando
perchè ella solleciti al possibile la sua venuta, chè veramente ella mi
obbligherà assai. La Contessa, il Costa e il Pepoli le fanno riverenza.
Pieno del desiderio di abbracciarla, me le offero dove che sia con tutta
l’anima.
Il Suo Papadopoli
Bologna 23 di Agosto
Cariss. Sig. Padre.
Sono in gran confusione, non avendo mai ricevuto lettere
da casa da che sono in Milano. L’ultima che ricevetti a Bolo-
gna era di Carlo, in data dei 25 Luglio. Io scrissi di qua subito
arrivato, dando le mie nuove e domandando le loro. Stava aspet-
tando la risposta, acciocché le lettere non s’incrociassero, per-
chè la spesa postale qui è veramente eccessiva, e anche mag-