Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1054

se tornato da Sinigaglia, al legger la tua lettera, m’investii della tua situazione, trovando che mi descrivevi fastidii totalmente simili a quelli da cui usciva. Sentii un dispiacere veramente grande che anche a te il diavolo avesse mandato fra le gambe questo sciocco spirito di osser- vazione curiosa ed insolente, che non avrei mai creduto indigeno delle Capitali. Mad. di Stàel ha su di ciò un passo molto giusto al suo solito. - Invano diciamo a noi stessi: il tal uomo non è degno di giudicarmi, la tal donna non è capace di comprendermi: il volto umano esercita un gran potere sul cuore umano, e quando voi leggete su questo volto una segreta disapprovazione, essa v’inquieta sempre a vostro malgrado: finalmente il circolo che vi sta intorno finisce sempre per celarvi il rimanente del mondo: il più piccolo oggetto posto innanzi al vostro occhio v’intercetta il sole: accade lo stesso della società nella quale si vive; nè l’Europa nè la posterità potrebbero rendervi insensibile agl’in- trighi della casa vicina; e chi vuol esser felice e sviluppare il suo inge- gno, deve prima di tutto ben iscegliere l’atmosfera di cui si circonda immediatamente. - Il sentimento da cui nessuno si può difendere entrando in simili teatri, è la sorpresa, ma quello che non deve seguire è Io scoraggiamento, particolarmente in uno come te che ha tanti modi di figurare, e non da durare un sol giorno. Sarebbe un consiglio non so quanto onorevole, ma certo utile da darti, quello di assumere il tuono di arroganza, che avrai visto in chiunque vuol farsi valere. Alborghetti parla con ammirazione della tua modestia, e certo adesso è una virtù tanto rara che non è affatto creduta: i suoi contrassegni esteriori sono presi per quelli della imbecillità; l’uomo modesto è creduto mortifi- cato del suo poco merito; e chi non parla di se, è segno che non ha niente da dire. Tutto calcolato mi pare che si debba prendere per pro- prio interesse un certo tuono di sicurezza ossia di confidenza ne’ pro- prii mezzi che impone al volgo, e che a dire il vero è stato quasi sem- pre compagno del valore in ogni genere. Bisogna ricordarsi che per uno studioso altro deve essere l’ordine d’idee nel gabinetto trattando coi Semidei passati o presenti, ed altro nel mondo trattando coi Semi- bruti da cui si è circondato. Vi vorrebbe altro spazio e la viva voce per dirti tutto ciò che penso su tale articolo: uno de’ miei più fervidi voti è che ora ti trovi più à ton aise. Ma com’è dunque che avevi lasciato a Bologna il tuo baule, e l’hai poi fatto riprendere? così disse ieri il Gov.c a Luigi, ed io non capisco nulla. La visita d’Astolfi fu una delle solite invenzioni di Cond[ulma]ri per farsi credere uomo d’impor- tanza:3 ce ne ha qui stordito p[er] varie settimane. Ti saluta il Ch.g0