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mancare di darle dispiacere se Ella saprà che io, essendo giunto fino a Bologna, non ho proseguito il viaggio e non ho creduto possibile di profittare della sua gentilezza. Il darle dispiacere sarebbe cosa tanto dolorosa per me, che non ho potuto a meno di rispondere al Sig. Moratti che piuttosto che disgustarla, io era pronto ad adempiere in qualunque modo la mia promessa e continuare il cammino al più presto. Converremo insieme del modo, ed Ella intanto si persuada che io non farò alcun rispar- mio delle mie forze per servirla, e che non ho maggior deside- rio che di ripeterle in presenza e provarle col fatto che io sono di tutto cuore

il suo vero e cordialissimo amico e servitore
Giacomo Leopardi
708. Di Giuseppe Maria Emiliani.
[Faenza 25 Luglio 1825.]

Pregiatmo Sig.r Conte Trovandomi in Roma, e avuto discorso con Piero Visconti sulle di lei Canzoni, e sulla rapidità (indizio certo del merito delle mede- sime) con cui furono esaurite le ripetute Edizioni, trovava utile di farne una ristampa in un sesto tascabile, e comodo, ommettendo le note, che non fossero necessarie. Non ebbi che ridire di questo suo divisa- mente, e dissi, che in Faenza, ove abbiamo una buona Stamperia, e prezzi discreti, si poteva intraprendere, ed io m’incaricavo dell’esecu- zione, certo di far cosa grata agli Animi Italiani, e ai buoni Studj. Pre- gai però l’amico Visconti a voler scrivere a Lei per renderla intesa della cosa, e sapere se avesse avuto altro d’inedito da aggiungere, o corre- zioni da fare. Il Visconti partì per Napoli col Pp.e Corsini, ed io per Firenze, e solo a questi giorni mi sono restituito a Faenza, ove ho ritro- vato la gentilissima sua 13. Giugno p.° p.0,1 a cui rispondo, che, se a Lei piace, attenderò l’esemplare, corretto in quel modo, che Ella gra- dirà, che si pubblichi. E rallegrandomi seco Lei del suo modo di sen- tire, e di scrivere, e col desiderio, che altri sentano, e scrivano egual-