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DISSERTAZIONE SOPRA IL MOTO apertamente si scorge qual sia la cagione d’una tal resistenza, che vien fisicamente chiamata reazione, e la di cui |i4| contraria forza, che fa un corpo impellente appellasi «azione». Per ciò deducono i Filosofi un corollario dalla Forza d’inerzia, cioè, che la reazione esser deve contraria sempre, ed eguale zìi*azione del corpo impellente, finché la sua massa somministra al corpo percosso la forza necessaria, poiché, se eguale essa non fosse, il corpo non resisterebbe che ad una sola parte della mutazion dello stato, il che è evidentemente falso. In simil modo si spiega il moto retrogrado di qualsivoglia ar¬ ma da fuoco allo scoppiar della polve d’archibugio. Dal soprad¬ detto principio viene altresì spiegato il seguente fenomeno. Se con forza sufficiente si spinga un vaso ripieno d’acqua, o di qualunque altro liquore, l’acqua si muoverà d’un moto diretta- mente contrario a quello del vaso, e poiché essa cedendo al¬ l’impulsione ammise in se lo stesso moto di questo, se subita¬ mente il medesimo venga rattenuto, l’acqua s’innalzerà sopra l’orlo del vaso. [151 Ciò avviene, perchè opponendosi il fluido al moto del vaso si sforza di conservare il suo stato di quiete, e quindi poiché acquistò perfettamente lo stato di moto, tenta di mantenerlo ad onta della forza, che rattiene il suo recipiente. Per la medesima causa vien chiaramente spiegato il modo, in cui avviene, che quelli specialmente, i quali al mar sono ignoti, e su d’una nave allo stesso s’affidano, a molto incomodo, e nausea, e dolor s’assoggettino poiché resistendo al moto gli umori contenuti nel ventricolo, negl’intestini, e negli altri ca¬ 123