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DISSERTAZIONE SOPRA IL MOTO ribile del moto; nessun corpo è capace di forza insita motrice. Ciò vien dimostrato dall’esperienza, nè alcun sensato Filosofo potrà dubitarne. Ciò posto adunque, qual sarà la vera cagione del moto? I Cartesiani asseriscono esserne Iddio la prima, ed unica causa. Questa proposizione può, e deve certamente am¬ mettersi, non però così le conseguenze, che da essa deducono i di lei Autori. Pretendon questi, che l’anima sia affatto incapace della forza impellente. Chiamano error fanciullesco il credere che noi siamo gli autori di quei moti, che tuttogiorno in noi sperimentiamo, e di quelli, che ad altri corpi vengon per nostro mezzo |8| communicati. Nondimeno io vorrò piuttosto pensar da fanciullo, e sostener ciò, che la natura c’insegna, che opinar da sapiente, ed oppormi all’interna voce della propria espe¬ rienza. Soffrano dunque i Cartesiani da un Bambino imbevuto ancora, come essi dicono, da grossolani principj, alcune richie¬ ste. Io dimando se è lecito opporsi alla natura colle Filosofiche ipotesi, quando senza alcuna difficoltà posson seguirsi i suoi dogmi: io ricerco se v’è alcuna assurdità nel sistema il quale af¬ ferma che Dio abbia nella sua creazione communicata all’ani¬ ma umana la sua forza motrice de’ corpi: Io chiedo finalmente se ciò sembra ripugnare alla natura più del contrario sistema, e se può mai ricorrersi alla prima causa, quando bastino le secon¬ de a spiegare senza alcuna assurdità gli effetti, che sono in que¬ stione. Ciò posto io concedo, che Dio sia la prima, ed unica |t)j 119