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5| Il moto di cui ogni corpo è suscettibile, non mai però per propria forza, ha dato soggetto a molte diverse Filosofiche questioni. Egli è, al dir d’Aristotele «Actus entis in potentia, prout in potentia ». Questa definizione sembra però così oscura, che ad onta de’ maggiori sforzi degli ostinati Peripatetici da ogni sensato Filosofo al dì d’oggi vien rifiutata. A simile inconve¬ niente pongon riparo i Cartesiani, affermando essere il moto una successiva applicazione della materia a diverse parti de’ corpi, che a lei immediatamente s’avvicinano. Ma chi non vede l’assurdità d’un tal principio? Ammessa questa proposizione, dovrebbe ammettersi in conseguenza, che una nave rattenuta, dall’ancora in mezzo al flusso dell’acque sia in perpetuo moto poiché ella, è soggetta ad una continua applicazione delle sue parti con l’onde, che ad |6| ogni tempo succedendosi, a lei im¬ mediatamente s’avvicinano: al contrario se un globo si ruoti per mezzo dell’impulsione su qualsivoglia superficie, l’interior parte del globo resterà sempre immobile, e ferma, ad onta della forza impressagli, il che non può affermarsi senza una manife¬ 117