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DISSERTAZIONI METAFISICHE pone alla possibilità dell’eterna esistenza del mondo. Una chia¬ rissima argomentazione dimostra evidentemente la falsità di un tal principio. Il mondo è un ente composto: un ente composto non può godere di ciò, che appellasi asseità poiché un ente, che ha in se la cagione della propria esistenza esser deve necessaria¬ mente privo di parti, le quali venendo a disciogliersi darebbero alla sua esistenza quel fine, che è contrario alla di lui essenza: Il mondo perciò è un ente, il quale ha la cagione della propria esi¬ stenza in un essere, che l’ha in se stesso cioè in Dio: egli adun¬ que ha ricevuto dal medesimo la sua esistenza; laonde Iddio deve necessariamente avere esistito prima di esso: Il mondo non è dunque eterno. Inoltre al dir dell’Epicureo Poeta «... Si nulla fuit genitalis origo Terrarum et caeli semperque aeterna fuere Cur supra bellum Thebanum, et funera Trojae Non alias alii quoque res cecinere Poetae?» Lucr. Perchè non avremmo noi libri più antichi de’ Mosaici? Come può mai supporsi, che nel corso d’infiniti secoli \^\ uscito non sia scritto alcuno, che a nostra cognizione sia quindi pervenu¬ to? Ma di ciò basti non essendo il fine prefissoci totalmente consentaneo alla finquì trattata questione. Passiamo al presente 104