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DISSERTAZIONI METAFISICHE |
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non trovo altra ragione di ammettere, che l’anima delle bestie non sia né materiale, né spirituale se non che quella, che da fautori di questo principio suol esser proposta cioè, che troppo avvilirebbesi una sostanza spirituale se dessa non fosse creata, che a perseguitare i topi, ad inseguire le lepri, o ad occuparsi in altri simili impieghi. Ma egli è evidente, che questo spirito vien creato per animare, e rendere un corpo organizzato con infinita sapienza capace di senso, e di qualche sorta di affetti. L’impiego poi, e le basse occupazioni degli animali non possono in conto alcuno avvilire la natura, e la sostanza dello spirito, da cui sono, per mio avviso, animati, ciò che mi sembra evidente. E sebbene l’obbjezione suddetta non soffrisse risposta ella sarebbe nondimeno di troppo poco peso per ammettere soltanto in sua considerazione una specie di esseri affatto diversa dagli altri, e di cui l’essenza in niun modo può concepirsi nè aver correlazione con le nostre idèe. Onde parmi di poter decidere, che è almeno assai più probabile, che l’anima delle bestie sia spirituale di quello che la medesima tenga un luogo di mezzo tra lo spirito, e la materia. Quale adunque sia il più verosimile tra i proposti sistemi è già noto abbastanza per le sopraddette ragioni, per il che sembrami di poter concludere con sicurezza, che la sentenza, la quale afferma esser l’anima dei Bruti uno spirito dotato di senso, di libertà, e di un qualche lieve barlume di ragione è certamente più probabile di ogni altra.