Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/63


DISSERTAZIONI SOPRA L’ANIMA DELLE BESTIE


forti argomenti dai suoi seguaci. Nondimeno, al dir dell’Abate Sauri «tutte queste ragioni e molte altre eziandìo non vagliono a fare, che il sistema dei Cartesiani non si consideri come un assurdo». Ed infatti in qual modo potranno mai persuadersi gli uomini savj, che allorché ammirano nei bruti tanti diversi segni di gratitudine, o di odio, di tenerezza, o di furore ciò non sia l’effetto, che di un semplice meccanismo? Chi mai potrà credere, che la tanto sagace providenza delle formiche, le quali con tanta cura si affaticano nell’estate per avere di che sussistere nell’inverno non provenga, che dalla forza di una macchina, che le fa operare? Chi mai ardirà di dire, che in quel Lione, il quale liberato per mezzo di un Cavaliere da un orrido serpente, che minacciava di togliergli la vita, sempre lo seguì in tutti i suoi viaggi difendendolo a guisa di fedelissimo compagno; finché dovendo il Cavaliere imbarcarsi, e ricusando i Naviganti di ricevere nel vascello il lione, tosto che vide allontanarsi dalla riva il suo caro Liberatore oppresso dal duolo gittossi nell’acque, e seguitò a nuoto la nave fino a spirare sopraffatto dall’onde; chi mai ardirà di dire, che un successo sì commovente non avvenisse, che per mezzo dell’intrinseca organizzazione della fiera? E lo stesso Cartesio non opera egli contro l’interno testimonio della propria cognizione allorché afferma, che, benché ciò sembri,