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FRANCESCO MARIA ZANOTTI o dell’esser nati in basso luogo, quella si chiama piuttosto ver¬ gogna, che verecondia. 129. Zanotti v, c. v, 128 (Qualità dell’animo, § 13): Benché la verecondia sia una qualità molto commendabile, essendo indicio di gentile animo, e costumato, e inducendo l’uomo a pentirsi del mal fatto, non per questo vuol numerarsi tra le virtù; essendo più tosto una perturbazion d’animo, et una passione, che vien da natura, che un abito. 130. Zanotti v, c. v, 129 (Qualità dell’animo, § 12): Siccome poi la verecondia è disposizione alla virtù, e però molto è commendata; (almeno dovrebbe essere, e certo gli antichi ne fecer gran conto) così l’inverecondia, o vogliam dire la sfacciatag¬ gine, la qual consiste nel non vergognarsi di comparir cattivo alla presenza de gli altri, è grandissima disposizione al vizio, et è de¬ gna di grandissimo biasimo, nè posson servirle di scusa i costu¬ mi presenti. 131. Zanotti v, c. vi, 129 (Qualità dell’animo, § 14): Ha una certa disposizion d’animo, che da Greci fu detta vé- (ieoic;, noi la diremo sdegno; et è quella, per cui l’uom si turba, qualor vede onorarsi et innalzarsi gl’immeritevoli. 132. Zanotti v, c. vi, 129 (Qualità dell’animo, § 15): E questa è piuttosto perturbazione e passione, che virtù; perciocché niuno si sdegna per avere contratto abito di sdegnarsi, ma solo perchè così è fatto da natura; e la virtù, come abbiamo detto in più luoghi, è abito. Però ben fece Aristotele nella sua rettorica a porre tó ve(ieoàv, lo sdegnarsi, tra gli affetti. 133. Zanotti v, c. vi, 130 (Qualità dell’animo, § 16): Allo sdegno opponsi una disposizion d’animo, (...) molto vicina alla malvagità; perchè colui, cui non dispiace di vedere la virtù 535