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II ■ RACCOLTA ANTOLOGICA 124. Zanotti v, c. i, 119 (Qualità dell’animo, § 2): Nè noi però tratteremo ora di tutte, ma solamente ne tocchere¬ mo alcune, che sono state notate da Aristotele. 125. Zanotti v, c. ii, 120 (Qualità dell’animo, §§ 5-6): (...) così nè pure può l’uomo conseguir tutti i gradi della tem¬ peranza, e della fortezza, e delle altre virtù morali; ma si riman d’ordinario dentro a certo limiti, oltre i quali chi passasse si stime¬ rebbe avere una virtù più che umana. Questa virtù dunque grande, straordinaria, maravigliosa, più che umana, chiamasi virtù eroica; la qual non si dice semplicemente virtù, perciocché non par propria dell’uomo, ma d’altra cosa, che sia dell’uom più eccellente', e noi siamo soliti chiamar virtù solamente quegli abiti, che son dell’uomo. 126. Zanotti v, c. iv, 127 (Qualità dell’animo, § 9): La tolleranza, che da altri è stata detta costanza, e da Aristote¬ le xapxepia è una disposizion d’animo, per cui l’uomo sostien la noja e il dolore senza turbarsene più di quello, che gli convenga. 127. Zanotti v, c. iv, 127 (Qualità dell’animo, § 10): Alla tolleranza opponsi una qualità, che noi potremo dire in¬ tolleranza, o mollezza d’animo, e da Aristotele fu detta p.aÀaxia et è una disposizione, per cui l’uomo resistendo al dolore, e contra¬ stando per sostenersi, pur cede, e si abbandona di tanto in tanto a una soverchia tristezza; nel che non è nè effemminatezza, nè vizio-, per¬ chè l’effemminato, e il vizioso cede subito al dolore, e si turba senza contrasto. 128. Zanotti v, c. v, 128 (Qualità dell’animo, § n): La verecondia è una disposizione, che ha l’uomo a vergognarsi del mal jatto, temendo a cagion di questo non esser tenuto cattivo da gli altri. Onde, si vede, che la verecondia non è qualunque vergogna, ma quella sola, che nasce dall’azione poco onesta. Perchè quando gli uomini si vergognano 0 della povertà, 0 dell’ignoranza, 534