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FRANCESCO MARIA ZANOTTI popolo segue piuttosto il caso, che la ragione. Nè perciò i filosofi credettero di doverla mutare gran fatto, o correggere; imperocché sarebbe bisognato sconvolgere le popolari idee, e introdur nuovi nomi, e i già in¬ trodotti torcere dall’antica lor significazione, con gran disturbo degli ora¬ tori, e dei poeti, e di tutti quelli, che parlano alla moltitudine, ai quali, non che fastidio e noja, con questa filosofia, anzi comodo et ajuto recar voleasi. (...). Già gli oratori, e i poeti, e quelli, che parlano al popolo, e commendano la virtù, o proponendola in altrui, o jacendo sembiante di averla in lor medesimi, vana cosa sarebbe et inutile, anzi nociva ed im¬ portuna il voler distorli da gl’instituti popolari. Il perchè bene fecero i filosofi a seguir più tosto le divisioni utili, et imperfette del popolo, trattando di quelle virtù, che già il popolo conoscea, che rintracciarne delle perfette et inutili. Comunque ciò sia, se¬ guendo noi ora Aristotele proporremo quelle stesse undici virtù, che egli propose, o contengano esse una perfetta divisione, o non la con¬ tengano. 60. Zanotti iii, c. ii, 68 (Virtù in particolare, § 7): Seguendo dunque un tale instituto, e venendo a ciascuna delle virtù particolari, proporremo in primo luogo la definizione di essa, indi noteremo i suoi estremi, i quali però non vogliamo, che sieno esaminati troppo sottilmente, perciocché i vizj non meritano tanto studio. 61. Zanotti iii, c. iii, 68 (Virtù in particolare, § 8): La fortezza è una virtù, per cui l’uomo incontra i pericoli, e soffre i mali della vita con grande animo. E dico, che incontra i pericoli con grande animo, quando gl’incontra, niente più temendogli di quello, che ragion vuole; e usate le cautele, che può usare e dee, non cura il restante. 62. Zanotti iii, c. iii, 68 (Virtù in particolare, §§ 9-11): Dico poi, che soffre con grande animo i mali della vita, quando gli soffre senza troppo attristarsene, e prendendo quel 519