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II - RACCOLTA ANTOLOGICA sia posta principalmente; et io rispondo, esser posta principalmente nell’azion ragionevole, e virtuosa; essendo questa quella che principal¬ mente si convien alla natura dell’uomo. Nel che mi servirò dell’ar¬ gomento di Aristotele. 13. Zanotti i, c. vii, 29 (Felicità, §§ 37-38): E similmente se l’uomo, in quanto è uomo, non fosse altro che ragionevole, niente altro gli si converrebbe, se non l’azion virtuosa; ma essendo egli ancora composto d’anima e di corpo, e però nato alla società, e chiamato agli ufficii del cittadino, non è da maravigliarsi, se oltre l’azion virtuosa gli convengano eziandio altri beni, sanità, bellezza, onori, senza cui star non po¬ trebbe la felicità, alla quale ricercasi principalmente la virtù, ma non basta. 14. Zanotti i, c. viii, 30 (Felicità, § 40): Li Stoici, i quali ponevano la felicità nella sola virtù, uguagliando tutti i virtuosi uguagliarono eziandio tutti i felici. E ciò fecero, perchè avendosi immaginata una certa virtù pefettissima e somma, di cui niuna potesse essere maggiore, vollero chiamar virtuoso, e felice, sola¬ mente colui, che questa avesse acquistata; e quelli, che noi chiamia¬ mo virtuosi, e felici, e che non giungono a quell’altissimo gra¬ do, gli chiamavano essi non virtuosi, ma vicini alla virtù, nè fe¬ lici, ma vicini alla felicità. E questo modo non dovea certo parer loro, che uno potesse essere 0 più virtuoso, 0 più felice d’un altro. 15. Zanotti i, c. viii, 30-31 (Felicità, § 41): I Peripatetici ragionarono d’una maniera più popolare, e se¬ guendo Aristotele si risero degli Stoici; imperocché avendo constituito la felicità nella somma di molti beni, vollero, che do¬ vesse chiamarsi felice non solamente colui, che tutti gli avesse, e in grado sommo, il qual veramente felicissimo dovrebbe dirsi, ma anche colui, che ne avesse molti, e in grado eccellente, benché alcuni gliene man¬ cassero. 508