Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/485

FRANCESCO MARIA ZANOTTI 8. Zanotti i, c. v, 23 (Felicità, § 24): Platone (...) ha voluto, che le nature astratte sieno e sussistano non negli animi nostri, ma fuori; e fossero anche prima, che si concepis¬ sero; e queste eterne ed immutabili, non ristrette da luogo, nè da tempo. 9. Zanotti i, c. v, 23-24 (Felicità, § 23): Ora accostandoci al proposito, è da sapere, essere stata simil¬ mente opinion di Platone, sostenuta da lui con molte ragioni, che le anime nostre fossero prima, che noi nascessimo; e che a quel tempo, essendo libere e sciolte da’ legami col corpo, vedessero molto chiaramente le idee, che abbiamo detto, nè in altro si esercitassero, che nella con- templazion di esse; per le quali appresero fin d’allora tutte le scienze; benché immerse poscia ne’ corpi appena se ne ricordino. 10. Zanotti i, c. v, 24 (Felicità, § 25): E come volle, che le anime nostre fossero prima, che noi na¬ scessimo, così anche sostenne con molte ragioni, che, noi morti, doves¬ sero l’anime rimanere; le quali, se nel corso di questa vita avessero retta- mente operato, e con virtù, sarebbono ricevute di nuovo tra le idee; et ap¬ pressandosi massimamente all’idea della bontà, e contemplandola, e go¬ dendosela, sarian contente, e felici. 11. Zanotti i, c. vi, 25 (Felicità, § 35): Ma prima di stabilire quai sieno i beni, che convengono alla natura dell’uomo par che debba stabilirsi, qual sia questa natura: ciò che fece con assai bell’ordine Aristotele. (...). E ciò posto chi non vede (...) convenirglisi le scienze, le virtù morali, la sanità, la bellezza, gli onori, le ricchezze, e gli altri doni della fortuna? 12. Zanotti i, c. vii, 27 (Felicità, § 34): Essendo la civile felicità posta nella somma di molti beni, come so¬ pra è stato detto, potrebbe alcuno voler sapere, in qual di essi 507