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FRANCESCO MARIA ZANOTTI ★ Antologia 1. Zanotti i, c. i, 16-17 (Felicità, § 1): A spiegare, come la felicità si dica essere il fine ultimo delle azioni, cominceremo di qui. Le azioni, che l’uomo fa, sono di due maniere: perciocché altre si fanno senza deliberazione, e senza consiglio, come il batter del cuore, il correr del sangue, il dige¬ rire i cibi, e queste si chiamano azioni dell’uomo; ed altresi fan¬ no per consiglio, e deliberazione, come quando uno ajuta l’amico, 0 man- tien fede nel contratto; e queste si chiamano azioni umane. La scienza fìsica tratta delle prime, delle seconde la morale. (...). Cosi tutto quello, che l’uom si propone come ultimo fine in qualunque azione, va a riporsi sotto il nome di felicità; del qual nome gli uomini son tanto vaghi, che non par loro di star bene, se non possono esser chiamati felici. E dun¬ que la felicità posta nell’ultimo fine delle azioni, e dei desideri degli uo¬ mini. 2. Zanotti i, c. ii, 18 (Felicità, § 7): E quindi son nate varie opinioni molto tra loro diverse. Epi¬ curo, che fiorì ai tempi di Aristotele, volle, che la felicità fosse posta nel solo piacere, parendogli, che l’uomo non potesse in ultimo voler’ altro. 3. Zanotti i, c. hi, 19 (Felicità, § 8): Se la felicità fosse posta nel solo piacere, ne seguirebbe, che oltre il piacere nient’altro restasse all’uomo da desiderare. (...). 505