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ANTONINO VALSECCHI esistano coteste Divinità: ma la cosa non va in tal modo. Dopo che tutti gli uomini detto hanno con una voce comune: havvi una Divinità, si di¬ vidono in una infinità di sette differenti, e non si trovan due popoli, che ammettano negli stessi, nè il numero stesso di Dei. Quando parlano con un linguaggio medesimo, io gli ascolto, poiché credo essere questa la voce della natura: Ma da che più non s’accordano, e parlano diversamente, io comincio a disaminare chi ha il torto, e chi ’l diritto. Ed in qual foggia potrà provarsi, che tutti i popoli abbiano creduto sempre il Politeismo? Forse col testimonio d’Oifeo, d’Omero, o d’Esiodo? Ma facciasi l’onore a Mosè di accordargli tanto d’autorità, quanto a questi tre antichi Poeti. Che se gli può conceder di meno? Or questo antico Legislatore m’inse¬ gna, essere scorsi più di due mila anni, senza che ipopoli abbian pensato alla pluralità degli Dei: conciosiacosachè se pensato vi avessero, detta ei ce ne avrebbe alcuna cosa. Ci è di più qualche apparenza di credere, che il Politeismo più antico non sia della Torre di Babilonia: come dunque potrà ei vantarsi d’un consenso tanto uniforme quanto lo ha il Dei¬ smo?» (voce qui adoperata ad esprimere in iscorcio il sistema d’un Dio solo). «I Politeisti collo ammetter più Dei, ne stabiliscono uno: ma tutti i popoli, che non hanno riconosciuto, che un Dio, non hanno certamente ammesso il Politeismo. Io non credo » (segue a dir poco dopo il dotto Scrittore), «che debba farci impressione ciò, che si dice intorno all’autorità del maggior numero, e intorno all’argomento, che i Pagani quinci prendono per rigettare il Cristianesimo » (Che è un al¬ tro pensiero del Bayle per indebolir la prova nostra presa dal consenso delle Genti). «Imperciocché e qual’è mai quella Nazion tra’Pagani, che abbia potuto mostrare, che la sua opinione in materia di Religione, era allora, ed era stata mai sempre di consenso unanime rice¬ vuta? Come poteasi far ciò, se sapevan eglino la nascita della maggior parte de’ suoi Dei... e se ciò che adorato era presso d’una nazione, era dalla nazione vicina sagrificato a quegli Dei, eh’essa adorava? Non bi¬ sogna lasciarsi abbagliare su questo punto. I Greci sono stati i primi ad ingannarci, indi i Latini, mentre degli altri popoli favellando, detto ci hanno, eh’essi adoravano un Giove, un Marte, una Venere, e tutte le Di¬ vinità medesime, che presso i Greci e Latini erano adorate. Qualche leg¬ giera somiglianza ha fatto loro soventi fiate prendere per le proprie loro Divinità, Dei onninamente diversi» (Le contese accadute negli an¬ 499