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II ■ RACCOLTA ANTOLOGICA 22. Valsecchi i, c. vi, § 4, 89 (Anima, § 66): Il fingimento di cause occulte, e impercettibili, che sieno va¬ levoli a determinarci necessariamente, mentre sentiamo inti¬ mamente di determinarci e di scegliere da noi stessi: questo fingimento, io dico, o questa immaginata possibilità non avrà mai forza di tener sospeso un uomo saggio a fronte dell’intimo vivace senso, che lo rapisce: (...). Per dubitare adunque di que¬ sto fatto ci converrebbe cadere in un Pirronismo universale, e darci a credere, che il nostro Autore ci abbia jormati in guisa, che sempre erriamo anche in ciò, che sperimentiamo più vivamente, e di cui per qualunque sforzo si adoperi ottener non possiam da noi stessi di vacillare in buona jede. Ma contro un tal timore la sapienza, e bontà infinita del nostro Autore medesimo ci assicura ripugnando all’idea di questi, e d’altri at¬ tributi dell’Essere perfettissimo aver soggettate creature ragionevoli ad un costante sistema, in cui non potessero far uso di lor ragione. 23. Valsecchi i, c. vi, § 4, 89 (Anima, § 67): Sopra quest’intima luminosa sperienza, che ha ognuno della propria libertà, tenta il Collins di sparger tenebre, e coll’accen¬ nare la diversità delle opinioni, in cui per ispiegar la natura e teoria della medesima divisi si sono gli autori stessi, che la di¬ fendono; e coll’osservare il loro consentimento nel confessarla un nodo de’ più difficili a sciorsi, che abbia la Filosofia. Per le quali cose ei così al suo intendimento ragiona: E come mai pote¬ va ciò (c) addivenire... [segue la versione italiana del brano ri¬ portato in nota]. (c) Mais « comment tout cela peut-il arriver dans un fait si clair, et qu’on suppose, que chacun èprouve en lui-mème? quelle dijficultèpeut- il avoir à ètablir un fait clair; et simple, et à marquer ce que chacun sent? Quel besoin y a-t-il de tant philosopher?» Recherches sur la liberté pag. 262. 24. Valsecchi i, c. vi, § 4, 90 (Anima, § 68): Chi di noi non è persuaso per intimo senso del suo pensare? e pu¬ re chi può vantarsi di avere una chiara contezza di ciò, in che ei consista 496