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II • RACCOLTA ANTOLOGICA 14. Valsecchi i, c. v, § 3, 79 (Anima, §§ 33-34): Ma quale mostruosa stupenda cosa non è ella questa, dice il dottissimo Carditi, di Polignac, veder gli uomini adoperar tanto di sforzo per giugnere a persuadersi, che nulla tengoti in se di mi¬ gliore della putredine, e che tutti hanno a sciogliersi in cenere, e fracidume? Tanto dunque gli accende l’amor del nulla... (a). (a) «Tantus amor nihil! tanta est vecordia! solum hoc Permetuunt caeci, ne mens compage soluta Duret adhuc nimium vivens, bustoque superstes Evolet. » 15. Valsecchi i, c. v, § 4, 80 (Anima, §§ 27-28): Essa [l’anima], come sopra vedemmo, non è cosa estesa: dunque non è composta di parti: dunque non può sciorsi in parti, nè per conseguenza corrompersi. Essa è sustanza «semplice», su- stanza « una »: ciò ch’è « uno », è indivisibile, giacche nulla si divide da se medesimo, in ciò ch’è «semplice» non v’è mistura, 0 doppiezza: dunque in essa separazione non cade. L’anima dunque a scioglimento e a corruzione non essendo suggetta, di sua natura è immortale. L’argo¬ mento egli è questo, che Cicerone nel Libro I. delle Tusculane repu¬ ta evidentissimo. Se noi, die’egli (b), nelle cose Fisiche... [segue la versione italiana del brano di Cicerone]. (b) In animi autem cognitione dubitare non possumus, nisi piane in Physicis plumbei sumus, quin nihil sit animis admixtum, nihil concre- tum, nihil copulatum, nihil coagmentatum, nihil duplex. Quod cum ita sit, certe nec secerni nec dividi nec discerpi nec distrahi potest nec interne igitur. Est enim interitus quasi discessus et secretio ac diremptus eorum partium, quae ante interitum junctione aliqua tenebantur. 16. Valsecchi i, c. v, § 8, 83 (Anima, §§ 35-39): E qui da se scorge il saggio Lettore, a fronte di tale argomen¬ to preso un tutto il suo complesso, rimanere dileguata l’obbiezio- ne, che trarsi potrebbe dal sistema di coloro, che dicono esser l’anima de’ bruti una sostanza spirituale. Conciossiacosaché, quantunque 492