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II ■ RACCOLTA ANTOLOGICA tà uno stato per la comprensione di tutti i beni perfetto, e questi beni tut¬ ti trovandosi in Dio, ch’è l’Essere perfettissimo, chi giugne a possederlo, veggendolo è pienamente felice; poiché non v’ha più desiderio alcuno in lui, che non sia del tutto satollo: siccome per ciascheduno scorrendo dimo¬ stra S. Tommaso (c). Iddio adunque è la nostra sovrana beatitudine. [Dove (b) e (c) corrispondono a due citazioni di S. Tommaso poste in nota al testo]. 5. Valsecchi i, c. iv, § 3, 54-33 (Anima, § 49): Dicono altri essere il corpo e l’anima quasi due Automati, o macchi¬ ne se moventi, montate in guisa, che nell’uno, cioè nel corpo si sviluppi successivamente una serie di movimenti, e nell’altro, cioè nell’anima si sviluppi una serie di modificazioni, cioè pensieri ed effetti. La macchina spirituale non ha un minimo influsso sulla corporea, nè questa su quella; ma l’unione loro consiste nell’a- ver l’Artefice onnipotente col suo sovrano volere accoppiati que’ due Automati, l’uno de’ quai fosse rappresentativo dello stato dell’altro: sviluppandosi in quel corpo una serie di moti analoghi, e armonici alle serie delle modificazioni, che sviluppar do- vean in quell’anima; e successivamente in questa sviluppando¬ si tai pensieri ed effetti, che ai movimenti di quello fossero cor¬ rispondenti, senza esservi tra loro altro legame e commercio, che la mano dell’Autore, il quale in tal guisa gli costrusse, e gli unì. Non altrimenti, dicono questi Filosofi, che due Oriuoli con per¬ fetta uniformità costrutti, si muovono, e l’ore indicano di con¬ certo, ancorché infiisso veruno tra di loro non sia. E questo è il Sistema in iscorcio dell’armonia prestablita del rinomato Leibnizio. 6. Valsecchi i, c. iv, §§ 4-5, 58-59 (Anima, § 22): Ma sopra tante rovine cose innalza egli [Voltaire] poi? Il tro¬ feo di Locke. Questi, die’egli, fa l’analisi delle nostre cognizioni, questi fa vedere, che non sempre si pensa (in fatti per alcuni si crede, che Voltaire non abbia pensato mai), egli rigetta le idee innate, distingue le semplici dalle composte, fa vedere, che le lingue sono imperfette, e che ad ogni momento abuso faccia¬ 486