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II ■ RACCOLTA ANTOLOGICA Pervia di qualche perfezione diversa, che in loro fosse, o d’imperfezione? Pervia d’imperfezione non è possibile, perchè il Bene sommo debbe esse¬ re Bene esente da ogni difetto. Dunque converrebbe che si distinguessero a forza di perfezioni. Ma come ciò se il Bene sommo non può non accorle tutte? Niun di loro in tal caso sarebbe Dio, mentre a ciascuno manche¬ rebbe quel pregio, che fosse il proprio, e il preciso del suo consorte. Dun¬ que Iddio non può essere mai più d’uno. «Porro nihil summum bonum, nisi plenis viribus unum. » Di poi, chi non vede, che l’essere il su¬ premo di tutti gli enti possibili, senza eguale, senza equivalen¬ te, è di sicuro un vantaggio il più riguardevole che si truovi? Adunque non si può contrastare a Dio, cui conviene ogni pre¬ minenza. Una gioja unica al Mondo, quanto ha di stima! Un fiore unico! Un frutto unico! Un libro unico! Anche i figliuoli restano commendati da una tal dote, più forse che da alcun’al¬ tra, perchè li fa in loro genere senza pari. Oltre a che: o questa pluralità sarebbe dispiacevole a ciascun Dio, e ne seguirebbe, che ciascun di lorojosse infelice, mentre dovrebbe fra’ suoi contenti divorare questa amarezza di haver collega, senza poterla mai digerire: o non sarebbe di- spiacevole punto, e ne seguirebbe, che ciascuno fosse insensato mentre non sentirebbe un difetto, inevitabile al pari, ed interminabile, che non potrebbe dargli altro che confusione: tanto più, che da quelle ingiurie, che Dio riporta ogni giorno da’ peccatori, può cavar qualche gloria, che le compensi. Ma quale gloria potrebbe un Dio ricavare da quei discapiti, che riportasse dall’altro di Monarchia? Sarebbono di lor genere incom¬ pensabili. Adunque tanto è volere multiplicar la Divinità quanto è vole¬ re annullarla. 480