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II ■ RACCOLTA ANTOLOGICA questi atomi abbiano esistito? Per quale necessità si saranno essi agitati, e posti in moto? In quale maniera questi esseri di tanto poca conseguen¬ za saranno stati necessatj? E quando ancora fosser eglino necessarj e quando fosse anche stato necessario il loro moto in qual maniera si sarà poi egli potuto alterare. Se il moto non fosse stato a loro necessario chi mai lo avrebbe ad essi comunicato? Più ancora. Se la feccia del Nilo avrà potuto altre volte produrre degli uomini, e degli animali per qual ragione questa feccia medesima non ne produce anche al giorno d’oggi? Oltreac- chè tutte le combinazioni possibili di atomi, e di elementi, non daranno mai altro, che produzioni di quella natura medesima, di cui son compo¬ stigli atomi, egli elementi combinati, mentre la organizzazione, e la vi¬ ta non possono mai risultare da un casuale miscuglio di atomi, e di ele¬ menti. Un chimico infatti quando combina insieme gli uni con gli altri i varj principj dei corpi non produrrà un misto, il quale sia capace nel suo crociuolo di sentire, e di pensare. 55. Sauri, Met. 11, s. 11, c. 1, 16 (Ente Supremo, §§ 21-22): Parecchi filosofi ammettono il vacuo, cioè uno spazio immenso, infinito, eterno, increato, immutabile. Per conseguenza si può dire da alcuni, che lo spazio è un essere, il quale esiste per una forza sua propria, quantunque lo spazio medesimo non sia un essere perfetto (...). Altri filosofi dicono, che lo spazio non è una sostanza, ma solamente un essere privativo, o negativo, il quale esiste nella maniera medesima presso a poco, con cui avrebbono esistito le tenebre, se Dio non avesse prodotta la lu¬ ce. Altri pretendono che lo spazio sia stato creato: ma in tutte queste tre opinioni riferite la obiezione proposta vi è nulla. Vi sono per verità dei Filosofi, la fede dei quali non può essere per verun conto sospetta, siccome lo nota il P. Jacquier nella sua Metafisica, i quali sostengono, che lo spazio è infinito, ed in¬ creato; ma essi riguardan lo spazio come una sostanza passiva, senza forza, senza pensiero, senza intelligenza. 56. Sauri, Met. 11, s. 11, c. 11, 22 (Provvidenza, § 8): Dio conosce tutte le verità, e ne conosce il legame, ed il seguito. Egli le conosce tutte in una volta, e non successivamente, come gli 476