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II ■ RACCOLTA ANTOLOGICA stinte: dal che ne siegue, che l’essere composto è divisibile, lad¬ dove l’essere semplice non può venir mai diviso. 34. Sauri, Met. 1, p. 1, c. v, 26-27 (Ente, §§ 50-51): Un essere semplice, il quale di non esistente diviene esistente, passa dalla non esistenza alla esistenza in un subito indivisibile; perciocché un essere semplice non può esister per parti. Per conseguenza, dacché incomincia egli ad esistere, esiste tutto ad un tratto. Chiamasi istante quel limite, che divide il tempo passato dal tempo futuro; ma non si deve confondere l’istante medesimo col momento, il quale comprende uno spazio di tempo assai breve. 35. Sauri, Met. 1, p. 1, c. v, 26-27 (Ente, § 52): L’essere finito si è quello, in cui non si può avere in un tempo istesso tutto ciò che attualmente vi si può rinvenire: laddove al contrario l’esse¬ re infinito si è quello, in cui trovasi tutto ciò, che attualmente vi si può ri¬ trovare. 36. Sauri, Met. 1, p. 11, c. 111, 69 (Anima, § 50): Conseguentemente in un tal sistema, il quale però dal Si¬ gnor Leibnitz non fu mai proposto con aria grave, le volizioni dell’anima, ed i movimenti del corpo sarebbono necessaria¬ mente tali, quali sono in realtà, di maniera, che l’anima non averebbe libertà alcuna; e quando Virgilio componeva le sue Enei- di, l’anima di Virgilio era quella, che ne faceva i versi, che si scriveva¬ no di sua mano; anzi l’anima stessa di Virgilio averebbe scritti que’ versi medesimi, se anche avesse animato un corpo, a cui non si fosse mai data la notizia di verso alcuno. 37. Sauri, Met. 1, p. 11, c. vi, 81 (Sogni, § 8): Il sonno sembra dipendere da un gravame, da una compres- sion del sensorio, o sia del corpo calloso: il sonno sospende le fun¬ zioni, ed impedisce più 0 meno le facoltà dell’anima, a misura, che il sonno più 0 meno si approssima allo stato della vigilia. 470