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SAVERIO POLI E VINCENZO DANDOLO col dar principio dalla prima, siccome par che richiegga la stes¬ sa natura della cosa. 28. Poli-Dandolo iv, 1. xxm, a. 1, § 1484, 233-234 (Luce, § 2): 1484. Per la qual cosa si appigliarono a miglior partito que’ Fisici, i quali riguardaron la luce come sostanza corporea. Pure ad onta di un tale accordo tengono essi diversa opinione intor¬ no all’origine, o per meglio dire, intorno al fonte della medesi¬ ma. Fassi avanti Renato delle Carte e pretende di farci credere che la luce non venga cacciata da’ corpi luminosi, ma che consista unicamente in una pressione, che essi fanno sulla materia del suo preteso secondo elemento (§ 17). Il Sole adunque,giusta il suo pensare, collocato nel centro di un gran vortice, premendo colla sua effica¬ cia la materia globosa, che lo circonda da per tutto, dà alla medesima un certo movimento, il quale risveglia in noi la sensazion della luce, in quella guisa appunto, che una campana, od altro corpo sonoro, non caccia il suono da sè, ma lo produce soltanto coll’imprime¬ re all’aria, che gli è intorno, un certo moto di vibrazione, il quale propagandosi sino all’orecchio, genera in noi la sensazio¬ ne del suono (§ 927)- 29. Poli-Dandolo iv, 1. xxm, a. 1, § 1485,234-235 (Luce, §§ 3-5): 1485. Il detto Abate Nollet riflettendo, che l’ipotesi cartesiana non era punto sostenibile, perocché appoggiata sulle chimeriche sue idee intorno alla generazione del Mondo (§ 17), ove si trova l’ori¬ gine della pretesa materia globosa, nell’atto che la caratterizzò come erronea, ritenne il fondo del sistema, e s’indusse a credere al par di Cartesio esser la luce sempre presente anche in assenza di corpi luminosi, ed in seno al bujo più profondo: altro ella non essendo, salvochè il fuoco elementare, o vogliam dire calorico sparso sempre in tutto l’Universo; il qual fuoco per altro ha biso¬ gno di esser messo in un certo movimento per potersi manifestare sotto l’aspetto di luce e che siffatto uffìzio è riserbato unicamente dalla Natura ai corpi luminosi. 451