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SAVERIO POLI E VINCENZO DANDOLO di simigliante natura. (...). Come injatti per poter dare un passo, uopo è alzare, per esempio, la gamba diritta e chinare alquanto il corpo, oppur portarlo in avanti, acciocché la linea di direzione cada fuori della base: ma siccome ciò facendo andremmo inevitabilmente a cadere, ap- poggiam subito a terra il detto piede; poiché così l’indicata linea viene a ritrovarsi fra la pianta di questo piede e quella del sini¬ stro ch’è rimasta un poco indietro. Per poter dare il secondo passo è necessario di portare un po’ innanzi il piede sinistro; e nell’atto ch’egli è ancora in aria, chinare il nostro corpo verso la stessa parte per ispigner la linea di direzione fuori del piede diritto che costituisce per allora la no¬ stra base: e poiché andremmo a cadere, appoggiamo a terra immantinen¬ te l’altro piede ch’è sospeso; e facciam sì che la base venga costituita da ambedue le piante: e questo stesso artifizio si ripete esattamente in tutti gli altri passi successivi. 20. Poli-Dandolo ii, 1. xii, a. ii, § 549,154-55 (Idrodinamica, § 16): La gravità, onde ifluidi son dotati, fa sì che le loro parti superiori pre¬ mano contro le inferiori: e la loro somma mobilità, procedente forse dal- l’esser elleno di figura sferica, 0 d’altra, che alla sferica s’accosta, come al¬ tresì dalla lieve lor aderenza, cagiona, che una tal pressione si faccia pa¬ rimente verso i lati, e in direzioni obblique. Per virtù della forza d’iner¬ zia, le parti inferiori premute debbono riagire contro le superiori; quelle di diritta contro quelle di sinistra; e quelle, che sono in direzione obbli- qua, contro le loro opposte. Per conseguenza la pressione non solamente succederà in essi per ogni verso, ma sarà eziandio uguale verso tutte le parti: ed ecco il principio del loro equilibrio. Qualunque cagione, che lo distrugge, mette il fluido in movimento; nè questo cessa fino a che non si restituisca di bel nuovo la pressione uguale dappertutto. 21. Poli-Dandolo 11,1. xii, a. 11, nota al § 549,155 (Idrodinamica, § 17): Se una particella non fosse premuta egualmente per ogni direzione, essendo per ipotesi priva d’ogni tenacità, si moverebbe per la seconda leg¬ ge del moto da quella parte verso cui la forza è minore, contro l’ipotesi. 447