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II • RACCOLTA ANTOLOGICA luce, con cui era unito, e che abbandonando l’aria vitale, si svolgono, e formano il fuoco. 2. Poli-Dandolo i, 1. in, a. 11, § 147, 127 (Astronomia, § 20): Stabilì egli [Copernico] adunque, che il Sole collocato immobil¬ mente nel centro sensibile dell’Universo, ed aggirandosi soltanto con moto vertiginoso intorno al suo asse, facesse rivolgere intorno a se, in virtù di forze centrali, tutti i pianeti con ordine tale, che imme¬ diatamente gli si aggirasse intorno Mercurio, indi Venere, la Terra, Marte, Giove, e Saturno; a cui poscia sovrasta il Pianeta Herschel recen¬ temente scoperto. 3. Poli-Dandolo i, 1. 111, a. 11, § 147, 127 (Astronomia, § 26): Ecco dunque qual è in accorcio il Sistema Copernicano', da cui ve¬ dete essersi del tutto bandite le solide volte immaginate da To- lommeo, ossia i cieli di cristallo. 4. Poli-Dandolo i, 1. 111, a. 11, § 149, 128 (Astronomia, § 16): Converrebbe unire le dottrine fìsiche alle più sublimi del¬ l’Astronomia per iscorgere a chiaro giorno la ragionevolezza del sistema copernicano, e quindi la gran superiorità di esso su tutti gli altri finora immaginati. Tuttavolta (...) basterà qui accennare i°, che i sistemi di Tolommeo e di Ticone non so¬ lamente non sono valevoli a spiegare tutt’i fenomeni del Cielo, ma si oppongono eziandio direttamente alle osservazioni celesti. Per rammentarne qui una sola che possa servir di esempio, di¬ remo, che nè Mercurio, nè Venere veggonsi giammai in opposizione col Sole; che vai quanto dire, che tra essi, e il Sole, non vedesigiammai frapposta la Terra. Or ciò non potrebbe addivenire se la Terra occupasse il centro del sistema, e se i due mentovati pianeti fossero avvolti ne’ loro giri dall’orbe del Sole. Nella qual supposizione neppur potrebbe¬ ro essi celarsi dietro al Sole, siccome scorgesi talvolta addive¬ nire. 440