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SAVERIO POLI E VINCENZO DANDOLO ★ Antologia i. Poli-Dandolo i, i, a. 11, §§ 7-8, 5-6 (Estensione, § 26): 7. Lasciamo dunque da parte le dimensioni astratte che fan l’oggetto della Matematica, e non c’imbarazziamo co’ voli del¬ l’immaginazione, che ci faran sempre rimanere nell’incertez¬ za; ma osserviamo quello che la natura e l’arte ci offrono in realtà su tal punto: conciossiachè quantunque siffatti lumi non de¬ cidano se il campo assegnato alla rapportata divisione si estenda all’in¬ finito, nulladimeno ci mostrano ad evidenza, che la materia è capace di esser divisa in un numero di parti così immenso, chegiugne fino a stan¬ care la più vivace imaginazione. 8. Se in una notte serena pongasi a cielo aperto una candela accesa, diffonderà questa tanta luce, che si potrà agevolmente scorgere fino alla distanza di due miglia, ossia di 10 mila piedi tutt’all’intorno. Egli è noto presso de’ Matematici, che uno spazio sferico, che abbia il semidiametro di 10 mila piedi, in se contiene 4 bilioni 190 mila 40 e più milioni di piedi cubici (...). Per via di un agevole sperimento si può rilevar di leg¬ geri, che una candela di sego di sei a libbra può continuare a bruciare per lo spazio di cinque ore, e quindi che nello spazio di un secondo viene a consumarsi 1/14 parte di un grano di sego; Che però egli è chiaro, che le particelle di luce sviluppate da 1/14 di un granello di sego illuminano uno spazio sferico che in se contiene 4 bilioni 190 mila 40 e più milioni di piedi cubici, per lo continuato intervallo di un secondo (...). Ciocche a dir vero ci fà rilevare, che la picciolezza delle particelle della materia è immensa a segno tale, che supera di molto la forza della nostra immagi¬ nazione; la quale resterà vie maggiormente imbarazzata e confusa dal riflettere, che essendo la luce lanciata da’ corpi luminosi con una indici¬ bile celerità, l’anzidetto spazio sferico viene ad esser riempiuto più mi¬ gliaia di volte nell’intervallo di un secondo (1) da quella luce che si svi¬ luppa da 1/14 di un granello di sego (...). (1) I principj della moderna Chimica dimostrano che la luce, e la fiamma non si sviluppano dal corpo che brucia ma bensì dall’aria vitale allorché l’ossigeno passa nel combustibile insieme con il calorico, e con la 439