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STEFANO PACE tro non le muti: così una cosa quadrata ritien la sua figura finat- tanto che da alcun’altra ne sia spogliata: chi si muove non ripo¬ sa; e chi è in riposo non si muove finché qualche altra cosa o fermi il moto, o lo imprima. 10. Pace i, ii, c. xiii, § 12, 176 (Moto, § 23): Solo dico, che queste regole sono la maggior parte 0 inutili, 0 dubbiose, 0 false, 0 suppongono ciò, che è incerto, 0 un altro stato di cose diverso dal presente, e i corpi diversi di natura da quegli, che veggiamo, 0 finalmente sono contrarie alla sperìenza. 11. Pace i, ii, c. xvi, §§ 9-10, 192 (Gravità, § 7): 9. Altri [seguaci di Gassendo] più generosi, come il Bernier, sup- pongon che la terra trasmetta sempre mai corpuscoli, che escano a guisa di raggi; alcuni dei quali entrano perpendicolarmente ne’pori del mobile e lo trapassano, altri penetrano in esso obliquamente spezzandosi ognu¬ no di essi verso la perpendicolare in quella guisa che fa la luce in en¬ trando in un vetro, o nell’acqua; quindi piegando verso la per¬ pendicolare con un piccol urto spingono il mobile verso il cen¬ tro. 10. Ingegnosa sì è questa risposta; ma non vera (...). 12. Pace i, ii, c. xvi, § 12, 194-195 (Gravità, § 5): 12. Passiamo dunque a vedere il sistema della Gravità de’ Cartesiani. Primieramente suppongono col loro Maestro Car¬ tesio che tutti i corpi sieno assolutamente leggieri movendo¬ si tutti dal centro alla circonferenza; riconoscono altresì due spezie di leggierezza; una assoluta, che consiste in quella for¬ za, per cui si scostan dal centro; l’altra relativa, o rispettiva, che è la medesima forza paragonata colla forza degli altri corpi. In¬ di vogliono che l’etere, 0 sia quella loro sottilissima sustanza giri circa l’asse del mondo dall’Occidente all’Oriente con un velocissimo e na¬ turai moto, traendo seco in giro la medesima terra, che nuota immersa in quella fluidissima e mobilissima sustanza. Questa 429