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GIOVANNI GRANELLI e della buona Filosofia; lo che quantunque per me si voglia suppor piuttosto, che dimostrare, piacemi nondimeno addurne un piano, e popolare argomento, che parrà a molti nuovo, ben¬ ché noi sia, e a tutti sarà picevole ricordare. Molte cose si possono agli Animali insegnare (...). Ma evvi egli mai stato alcuno, il quale sia riuscito a insegnar loro una lingua? Non dico di proferire parole, dico parlare una lingua? (...). Questo, Uditori, nè si è veduto, nè si è potuto veder giammai. 2. Granelli 1. viii, 55 (Bestie, § 63): Ho studiato per soddisfarvi, di saper tutto quello che ne han¬ no detto i Filosofi buoni, e cattivi, nè ignoro il bizzarro sistema (a) di chi, piuttosto poetando scherzevolmente, che seriamente filosofando, i corpi tutti degli Animali fece da diabolici Spiriti condannati, quasi per loro pena, e avvilimento animare. (a) «Bougeant», qui se retracta 3. Granelli 1. vili, 55-56 (Bestie, § 66): Resta dunque che sieno Anime materiali. Nemmeno questo io non ardisco asserire. Ma perchè sapendo per l’una parte, e provando, che Spiriti, come i nostri, non sono, e trovando per l’altra troppa difficultà a concedere alla materia senso, immagi¬ nazione, e memoria, che i Bruti veggiamo avere, noi potremo, e dovrem dire, che Dio onnipossente una sustanza terza creò, che non è quello, che noi diciamo materia, perchè ha senso, immaginazione, e memoria, nè quello, che propriamente diciamo Spirito, perchè non ha nè intelletto, nè volontà. (...). Pensando certo, e ragionando così, e spieghiamo natural¬ mente le divine parole, e ci teniam facilmente d’ogni errore lontani, nè non facciamo violenza alcuna alle idee, che la natu¬ ra medesima generalmente ci forma degli Animali. 385