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JACQUES MATHURIN BRISSON questi sforzi, che i corpi fanno incessantemente per obbedire a questa forza, gravitano sugli ostacoli che li trattengono. Ifluidi, che come i corpi solidi sono in balìa della gravità, fanno precisamente lo stesso, cioè pesano sopra tutti gli ostacoli che si oppongono alla loro ca¬ duta. Ma a cagione della loro fluidità pesano in diverso modo che i corpi solidi, e ne risultano dei fenomeni affatto particola¬ ri, e che assai importa che si conoscano. 280.1fluidi sono sostan¬ ze, le di cui parti sono mobili fra loro, e non hanno punto 0 quasi punto di coesione, e si muovono indipendentemente le une delle altre. 29. Brisson ii, c. viii, § 588, i73-74.(Idrodinamica, §§ 7-8.): 588. Prima di spiegare quel che significano queste parole, [fluidi permanenti e non permanenti] bisogna sapere che il calo¬ rico (col qual nome si può chiamar la materia del fuoco) è un fluido particolare sparso in tutti i corpi della natura, e che vi esiste in due diversi stati, cioè nello stato di libertà e nello stato di combinazio¬ ne. La materia del calore nello stato di libertà è quella che si trova fra le particelle de’ corpi, che non si può ritenere in un vaso chiuso, che nulla trattiene, e che penetra tutte le sostanze con somma facilità da una superfìce all’altra. Ella sola è capace d’eccita¬ re un calore sensibile a’ nostri organi. Questa stessa materia nello stato di combinazione è quella che costituisce uno de’ principj de’ cor¬ pi. In questo stato ella non è altro che un calore nascosto, un calore latente: in maniera che un corpo che ne contenesse una gran¬ dissima quantità non sarebbe a’ nostri sensi più caldo di quello che non ne contenesse punto. Questa sostanza si sviluppa spesso nella decomposizione de’corpi, ed allora di calore nascosto diviene calore sensibile prendendo lo stato di libertà, e diviene suscettibile d’agire su’corpi situati nell’ammosfera; e il termometro ne può misu¬ rar la forza. Perciò nella decomposizione de’ corpi spesso suc¬ cede che vi si eccita del calore come nella putrefazione. 30. Brisson iv, c. xvi, § 1688, 6 (Astronomia, § 14): 1688. Platone fece in seguito rivivere il sistema dell’immobi¬ lità della terra, e parecchi filosofi seguirono questa opinione, e 367