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II ■ RACCOLTA ANTOLOGICA almeno nell’uno de’ due: se vi resta qualche moto dopo l’urto, i due corpi si muovono nello stesso senso; e la quantità del loro moto comune è eguale all’eccesso dell’uno de’ due sull’altro avanti l’urto. Cioè se i due corpi hanno quantità eguali di moto, il mo¬ to perisce nell’uno e nell’altro, e tutti due si riducono alla quiete, se uno de’ due ha più moto che l’altro, dopo l’urto non rimane altro moto che l’eccesso del più grande sul più piccolo, il che produce il moto comune de’ due corpi. E siccome la quantità del moto di un corpo risulta dal¬ la sua massa moltiplicata per la sua velocità (63), ne segue che se i due corpi vengono ad urtarsi con velocità, le quali sieno in ragione inversa delle masse, si riducono ambidue alla quiete, perchè si urtano con eguali quantità di moto. 17. Brisson i, c. ih, §§ 145-147, 141-142 (Urto, § 29) Si vede da quel che abbiamo detto dell’urto de’ corpi non elastici: 146. I Che quando, dopo l’urto, le direzioni de’ moti de’ corpi che si urtano sono nello istesso senso; esiste allora ne’ due corpi riuniti una quantità di moto eguale a quella che sussisteva nell’uno de’ due 0 in ambidue avanti l’urto. 147. II. Che quando le direzioni de’ moti di questi corpi sono in senso contrario, perisce, se non tutto, almeno una parte del moto: e che se ve ne resta dopo l’urto, la quantità che vi rimane è eguale alla differenza delle due quantità avanti l’urto. 18. Brisson i, c. iii, § 150, 142-143 (Urto, § 30) 150. Distingueremo dunque due sorte di moto-, l’uno indipendente dall’elaterio, e che chiameremo, Moto primitivo; l’altro che na¬ sce dalla reazione delle parti schiacciate o compresse dall’urto, che chiameremo Moto d’elaterio o semplicemente reazione, che comunemente raddoppia il moto comunicato. 19. Brisson i, c. ih, § 151, 143-144 (Urto, §§ 31-34) 151.1. regola. Quando un corpo elastico va a percuotere un altro egualmente elastico in quiete, o che si muove nel senso stesso del primo, quest’ultimo dopo l’urto si muove nella direzione del corpo che 362