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DISSERTAZIONI METAFISICHE scorsi più di due mill’anni, senza che ipopoli abbian pensato alla plura¬ lità degli Dei: conciòsiacosachè se pensata vi avessero, detta ei ce ne avrebbe alcuna cosa. Evvi di più qualche apparenza di credere, che il Po¬ liteismo più antico non sia della Torre di Babilonia: come dunque potrà ei vantarsi d’un consenso tanto uniforme quanto lo ha il Deismo? (cioè il sistema, che ammette un solo Dio). I Politeisti collo ammetter più Dei, |7o| ne stabiliscono uno: ma tutti i popoli, che non hanno rico¬ nosciuto, che un Dio, non hanno certamente ammesso il Politeismo ...Io non credo, che debba farci impressione ciò, che si dice intorno all’autorità del maggior numero, e intorno all’argomento, che i Pagani quinci pren¬ dono, per rigettare il Cristianesimo. Imperciocché e qual’è mai quella Nazion tra’ Pagani, che abbia potuto mostrare, che la sua opinione in materia di Religione, era allora, ed era stata mai sempre di consenso unanime ricevuta ? Come poteasi far ciò, se sapevan eglino la nascita della maggior parte de’ suoi Dei... e se ciò che adorato era presso d’una nazione, era dalla nazione vicina sagrificato a quegli Dei, eh’essa adora¬ va? Non bisogna lasciarsi abbagliare su questo punto. I Greci sono stati i primi ad ingannarci, indi i Latini, mentre degli altri popoli favellando, detto ci hanno, eh’essi adoravano un Giove, un Marte, una Venere, e tut¬ te le Divinità medesime, che |7i| presso i Greci, e Latini erano adorate. Qualche leggiere somiglianza ha fatto loro soventi fiate prendere per le proprie loro Divinità, Dei onninamente diversi. Non vi ha dunque uni¬ formità nel Politeismo; per la qual cosa la conseguenza, che si può trarre da tutte queste differenti opinioni si è, che tutte le nazioni si sono accor¬ date nel riconoscere, che havvi una Divinità: e questa è appunto la con¬ seguenza, che noi caviamo. Il Politeismo è troppo svariato per poter cosa alcuna in suo favore dedurne». Dio provvede a tutto. Alcun sensato Filosofo dubitar non può di questa verità, qualora la invariata, inconcussa compagi¬ ne contempli di tutti i corpi. « Quis hunc hominem dixerit, escla¬ ma M. Tullio, qui cum tam certos coeli motus, tam ratos astrorum ordi- 344