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336 |57ì -La cognizione della esistenza del Supremo Essere ci porta necessariamente a quella de’ suoi attributi, e della sua Provvi¬ denza. Per quanto debole, ed inferma sia la pupilla della ragio¬ ne incapace di sopportare l’abbagliante fulgore delle proprietà del Divino Essere perfettissimo noi possiam però contemplar come da lungi i suoi altissimi attributi convenienti, anzi neces¬ sariamente inerenti alla sua essenza. Nè da questi, vuoisi di¬ sgiungere quella insigne, e felice Provvidenza, colla quale il Su¬ premo Essere modera, e regge tutte le mondane vicende indi¬ rizzandole mai sempre a quel fine, che sommamente è degno della sua essenza, vale a dire alla gloria di se medesimo, Provvi¬ denza, che sola è capace di render l’uomo sicuro, e tranquillo in mezzo alle torbide procelle di questa tempestosa vita morta¬ le. Gli I581 attributi adunque, e la provvidenza dell’Ente supre¬ mo formano al presente gli assunti del nostro discorso. Noi tenterem di manifestare col più esatto raziocinio la convenien¬ za dei primi alla essenza Divina, e di mostrare co’ più forti ar¬ gomenti la realtà della seconda a fronte de’ sofismi ingannevoli de’ non mai abbastanza detestati increduli nemici della verità, la quale sarà mai sempre la guida, la base, e lo scopo di ogni no¬ stro ragionamento. Dio è l’Essere supremo «giacche, al dir di un moderno filoso¬ fo, da ninno dipende chi è da se stesso: e tutto dipende da lui, che ha in se la ragion adeguata dell’essere di ogni cosa. Egli è perfettissimo, ag¬ giunge il citato Autore, poiché perfezione veruna mancar non può a chi, essendo da se medesimo la pienezza dell’essere essenzialmente con¬ tiene, nè da ragione alcuna esser può limitato». Se dunque è Dio un essere sommamente perfetto debbono nella sua I591 essenza contenersi tutte le perfezioni in grado eccellentemente som¬ 337